Urban Farming a Librino
La sua progettazione, affidata al gruppo Kenzo Tange e Urtec di Tokyo, fu originariamente ideata alla stregua di una città satellite modello riferita a una popolazione di circa 60.000 abitanti. Purtroppo, però, il progetto iniziale fu stravolto a causa di molteplici fattori concomitanti e Il risultato si discostò notevolmente dagli intenti.
Oggi il degrado ambientale si accompagna, oltre ad un sovraffollamento di oltre 10.000 persone in più di quanto previsto, ad un degrado sociale. Nel corso degli anni, infatti, Librino è stata più volte oggetto di numerosi casi di cronaca nera, criminalità, abusi e violenze. Per molti è diventato un vero dormitorio giustificato solo dal prezzo di acquisto più basso delle abitazioni.
In seguito ad uno studio sul territorio di Librino è stato facile registrare come la maggioranza della sua superficie sia occupata dall’asse viario e dalle aree edificate. Si nota invece una notevole componente di aree non edificate ma in stato di abbandono, costituite da terreni aridi o più semplicemente incolti. Tali aree costituiscono un esempio di quello che Gilles Clément definisce Terzo Paesaggio, ovvero territori sottratti all’azione umana in cui la vegetazione ha preso il sopravvento, dei giardini a costo zero di cui l’uomo può usufruire e che non necessitano di manutenzione. Proprio per questa ragione si è scelto di prendere in esame queste zone per la progettazione di un parco le cui aree verdi possano svilupparsi in autonomia dall’attività di controllo e pianificazione dell’uomo.
Tra le aree abbandonate di Librino, colpisce per estensione quella situata nel quartiere San Teodoro, area originariamente scelta per ospitare il Parco Urbano del quartiere. La sua conformazione e la sua posizione la rendono particolarmente adatta ad accogliere uno spazio pubblico che potrebbe ridurre l’inadeguatezza socio-urbanistica del quartiere: questa zona infatti, dalla superficie di circa 400.000 mq, è collocata in un’area ben soleggiata, il cui terreno presenta una leggera pendenza, ed è inoltre situata a metà tra due dei viali principali. Da un’indagine statistica, svolta tramite interviste agli abitanti, è emerso che la maggioranza degli abitanti ai due estremi dell’area non conoscono cosa o chi ci sia dall’altra parte.
Progettare un Parco che segua un andamento lineare potrebbe dunque essere una soluzione ottimale non solo a livello paesaggistico ma anche sociale, offrendo un pretesto per l’incontro a queste due “parti “di Librino.
La mancanza di spazi pubblici che possano divenire luoghi di ritrovo è, infatti, una delle problematiche più sentite dagli abitanti di Librino. Essa non è dovuta però ad un’effettiva mancanza di spazi non edificati. Data la difficoltà dell’amministrazione comunale di occuparsi della manutenzione del quartiere, preservare queste zone secondo i dettami del terzo paesaggio permetterebbe di creare delle aree con elevato livello di biodiversità, in cui la vegetazione cresca spontaneamente senza necessità di cure. E’ necessario però che queste aree siano attrezzate in maniera tale da poter dare risposta ai bisogni, materiali e sociali, della popolazione del quartiere che, per viverlo in maniera piena, necessita non solo di spazi ricreativi, ma anche di aree produttive. La combinazione di questi due aspetti può aver luogo in quello che viene definito “Sistema di Urban Farming”.
Più precisamente, la definizione di Urban farming è: “pratica di coltivare , processare e distribuire cibo in un centro urbano o periurbano. Viene generalmente svolto come attività remunerativa o di produzione del cibo, anche se in molte comunità viene praticata come attività ricreativa o rilassante.” In questa tipologia di parco quindi è attorno alle colture e, di conseguenza, all’alimentazione, che ruotano la maggior parte delle attività che possono svolgersi: è possibile coltivare, vendere i propri prodotti, cucinarli o farli cucinare da chef di professione e gustarli all’interno di strutture apposite, che possono ospitare anche mense scolastiche o sociali. Come in un parco più convenzionale però, un ampio spazio è dedicato al tempo libero, con campi sportivi, sedute e prati per incontrarsi e chiacchierare, sentieri per passeggiare.
Data la missione di riqualificazione non solo ambientale ma anche sociale del quartiere, è indispensabile la presenza di attività culturali e didattiche. Per questa ragione è possibile fruire di laboratori musicali, fotografici e artistici per bambini e ragazzi, con annessi spazi espositivi, e di un teatro all’aperto per spettacoli diurni e notturni.
Notevole attenzione è stata dedicata anche alla multimedialità del parco, con un sistema di maxischermi collocati alle entrate che mostrano le attività che si svolgono al suo interno, fungendo così anche da strumento di monitoraggio.
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