Temporaneamente a Castruccio

Temporaneamente a Castruccio

Installazione, Architettura, Paesaggio, Materiali vari, 300x150cm
Progetto di: Giulia Castaldi, Benedetta Di Donato, Sara Gangemi, Valeria Leoni, Flavia Montini (Filoverde)
Referente istituzionale: VI Municipio di Roma Capitale
Cronologia: 2011- in corso
Superficie: 450 mq

(a)
Il progetto “Temporaneamente a Castruccio” si sviluppa al Pigneto, un quartiere nella periferia est di Roma. Cresciuto tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento, il quartiere presenta una forte densità abitativa ed è caratterizzato da numerose aree cresciute secondo i fenomeni dello spontaneismo. In particolare, nell'ultimo decennio il Pigneto ha vissuto un processo di cambiamento, anche in conseguenza dell'arrivo di giovani coppie e di comunità di immigrati. Si sono manifestati nuovi bisogni e aspettative rispetto allo spazio pubblico. La carenza di luoghi d'aggregazione oggi è divenuta un’urgenza imprescindibile. Le famiglie e i bambini sono i soggetti che più fortemente soffrono questa nuova situazione. In questo contesto, diverse realtà associative hanno sviluppato una forte sensibilità ai bisogni dei bambini, con particolare attenzione alla tematica degli spazi condivisi. Sono dei potenziali laboratori di socialità e di educazione alla convivenza con gli altri e con l’ambiente.
Fra questi spazi vi è il Giardino di Castruccio, opera compensativa realizzata nel 2005. Il giardino non è mai stato aperto al pubblico, a causa del sostanziale disinteresse dalla pubblica amministrazione e l’incapacità di trovare un’idonea soluzione che incontrasse le istanze della comunità locale.

(b)
Il progetto prende le mosse dalla richiesta di un gruppo di giovani mamme del quartiere, riunite nell’associazione Città delle Mamme. Nel luglio 2011 l'associazione ha contattato Filoverde, nel tentativo di attivare un processo partecipativo che desse nuova vita al giardino. Le associazioni, in collaborazione anche con DRIM - realtà associativa specializzata in animazione sociale per giovani e bambini - hanno iniziato a lavorare in modo sinergico. Hanno messo in condivisione le loro competenze in tema di paesaggio, di architettura, di politiche e pratiche per il sociale.L'obiettivo del progetto era quello di trasformare il Giardino in un luogo accogliente per bambini e adulti, gestito dal basso; uno spazio che costituisse un’occasione di incontro e di aggregazione per gli abitanti del quartiere. Si è lavorato per costruire una nuova configurazione dello spazio capace di rispondere a molteplici finalità: ospitare laboratori e workshop; incentivare approcci di learning-by-doing; sviluppare la condivisione e la messa in rete di idee ed esperienze; promuovere buone pratiche di sostenibilità sociale ed ambientale e di cittadinanza attiva; ripensare il gioco come occasione di sviluppo per nuovi comportamenti urbani.
Il processo di riattivazione del giardino è stato articolato su molteplici livelli di ricerca e di azione. Le attività di trasformazione vera e propria dello spazio si realizzano durante gli eventi – feste e giornate di lavoro - organizzati settimanalmente nel giardino. Durante gli eventi lo spazio diventa un laboratorio di osservazione permanente, dove stimolare l'immaginazione degli abitanti attraverso l'introduzione di dispositivi temporanei e modificabili. Si prova a rispondere alle istanze degli abitanti e a comprendere quali possano essere gli usi creativi e innovativi dello spazio. La modalità di azione prevede la proposta di soluzioni da parte dei “tecnici” delle associazioni, che poi vengono modificate e realizzate con i fruitori del giardino.
La sfida consiste nel configurare l’area, già attrezzata con elementi ludici di base, in un paesaggio “altro”, un vero e proprio playground, dove i singoli interventi riflettono in modo innovativo sui temi del gioco e dello spazio pubblico. In alcuni punti la sezione del suolo è stata modellata artificialmente per realizzare isole vegetali e una zona d’ombra è stata ripensata, immaginandola come un nuovo cielo di carta. Si tratta di trasformazioni semplici e low-cost che hanno portato ad un cambiamento nella percezione dello spazio e del suo uso. Le strutture ludiche e i sistemi vegetali sono sempre stati realizzati con materiali di riciclo forniti dai partecipanti o da altre associazioni che lavorano in rete con Filoverde.
La particolare morfologia dello spazio, intercluso fra edifici, rende indispensabile una costante e sistematica opera di mediazione fra tutti gli stakeholders. È necessario il confronto fra i soggetti della comunità, che permetta a tutti la fruizione dello spazio. Sono stati avviati specifici tavoli di lavoro, informali e aperti a tutti gli abitanti, per raccogliere le istanze sull’uso dello spazio e le riflessioni sui possibili modelli di gestione partecipata. Pertanto il progetto vuole anche apportare un contributo per il ripensamento dell’attuale Convenzione del Comune di Roma per la gestione partecipata dello spazio pubblico. Ad oggi la convenzione presenta forti criticità che la rendono uno strumento di fatto inefficace.
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