Il boschetto del caro estinto_La necropoli della città futura
Il boschetto del caro estinto è una proposta paesaggistica che passa per l’accettazione di una nuova pratica di sepoltura e di culto dei morti. Può essere abbracciata da materialisti e credenti delle più diverse professioni di fede (purché non si oppongano alla cremazione), in quanto non interferisce in alcun modo con il momento cerimoniale del rito di passaggio religiosamente inteso. Il cambiamento riguarda il modo di pensare la destinazione finale delle nostre spoglie mortali, rinunciando alla pratica edilizia in uso a favore di una soluzione “verde”, che ci restituisca, nel prenderci cura dei familiari venuti a mancare, il senso della vita che continua. Non più alberi tagliati per farne tristi bare, non più fiori recisi per omaggi destinati a seccare, non più suolo in pasto al cemento, ma una nuova oasi naturale che cresce.
La proposta immagina una città futura senza più cimiteri (fatta eccezione di quelli monumentali del passato), dove alle tombe di marmo e ai fornetti in muratura si sostituiscono boschi e giardini. Le ceneri del defunto, poste in un vaso, saranno di nutrimento alla pianta che la famiglia vorrà scegliere per dargli un nuovo “corpo”. Le spoglie del caro estinto assorbite dalla pianta sono infatti, per suo tramite, restituite ad una “seconda vita”, di cui occuparsi con amorevoli cure. L’albero verrà in seguito messo a dimora nello spazio collettivo destinato alla nuova eco-necropoli. Questo luogo sarà un rigoglioso spazio verde dove ritrovare in serenità nostri affetti perduti… ciascuno all’ombra del proprio nonno, zio, papà o mamma-albero. Saranno benvenuti i cani, le grida festose dei bambini, pic-nic e partite di pallone.
Può il design, l’arte di immaginare nuove visioni e pratiche urbane, avere la forza di cambiare, in virtù di una suggestione, le tradizioni più consolidate, che i tabù custodiscono come statue di sale, riproponendocele sempre uguali a se stesse, e magari anche aiutarci a pensare, fuori dalle vie tracciate, i temi della vita e della morte?
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