Il boschetto del caro estinto_La necropoli della città futura

Il boschetto del caro estinto_La necropoli della città futura

Grafica Digitale, Illustrazione, Computer graphics, 42x29.7cm
Nessuno sa come sia nato il “boschetto del caro estinto”. Qualche storico del costume lo vuole ricondurre alla curiosa proposta avanzata da una coppia di designer per un concorso immaginifico che si proponeva, mezzo secolo fa, di pensare alla città che verrà. Ma sappiamo che questo genere di cose non ha mai un inizio… Chi ha inventato le piramidi? E le necropoli etrusche?...sappiamo sì di certi editti dell’età moderna che vietano talune pratiche in nome di ragioni igienico-sanitarie (i cimiteri fuori dalle città!), ma il boschetto non è stato normato se non dopo essere divenuto una pratica diffusa… Erano già alti e frondosi gli alberi che pian pian divorarono le vecchie città dei morti realizzate dai palazzinari, una sorte non dissimile da quella toccata agli edifici, ai templi, alle mura di quelle città abbandonate e riconquistate della giungla. Non è passato molto tempo… eppure oggi è difficile immaginare come fosse possibile rinchiudere in quei loculi bui e freddi i nostri cari e disseminare quei brutti alveari fuori, accanto e, infine, dentro le nostre città sempre in crescita. “Tempi barbari” dicono coloro che non sanno esercitare la pratica storica immaginando per i tempi passati altre weltanschauungen.

Il boschetto del caro estinto è una proposta paesaggistica che passa per l’accettazione di una nuova pratica di sepoltura e di culto dei morti. Può essere abbracciata da materialisti e credenti delle più diverse professioni di fede (purché non si oppongano alla cremazione), in quanto non interferisce in alcun modo con il momento cerimoniale del rito di passaggio religiosamente inteso. Il cambiamento riguarda il modo di pensare la destinazione finale delle nostre spoglie mortali, rinunciando alla pratica edilizia in uso a favore di una soluzione “verde”, che ci restituisca, nel prenderci cura dei familiari venuti a mancare, il senso della vita che continua. Non più alberi tagliati per farne tristi bare, non più fiori recisi per omaggi destinati a seccare, non più suolo in pasto al cemento, ma una nuova oasi naturale che cresce.
La proposta immagina una città futura senza più cimiteri (fatta eccezione di quelli monumentali del passato), dove alle tombe di marmo e ai fornetti in muratura si sostituiscono boschi e giardini. Le ceneri del defunto, poste in un vaso, saranno di nutrimento alla pianta che la famiglia vorrà scegliere per dargli un nuovo “corpo”. Le spoglie del caro estinto assorbite dalla pianta sono infatti, per suo tramite, restituite ad una “seconda vita”, di cui occuparsi con amorevoli cure. L’albero verrà in seguito messo a dimora nello spazio collettivo destinato alla nuova eco-necropoli. Questo luogo sarà un rigoglioso spazio verde dove ritrovare in serenità nostri affetti perduti… ciascuno all’ombra del proprio nonno, zio, papà o mamma-albero. Saranno benvenuti i cani, le grida festose dei bambini, pic-nic e partite di pallone.
Può il design, l’arte di immaginare nuove visioni e pratiche urbane, avere la forza di cambiare, in virtù di una suggestione, le tradizioni più consolidate, che i tabù custodiscono come statue di sale, riproponendocele sempre uguali a se stesse, e magari anche aiutarci a pensare, fuori dalle vie tracciate, i temi della vita e della morte?

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Commenti 3

Art is Open Source
12 anni fa
fantastico! non lo avevo ancora visto questo progetto! guarda anche il nostro: dovremmo riunirli! :)
Cat
12 anni fa
Cat Fotografo
Superbe :)
Vivalarte
12 anni fa
Vivalarte Artista
Excellent project !

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