Acquaforte 3
L’incisione più conosciuta sin dai tempi antichi è quella a bulino, nome di uno strumento appuntito in acciaio, usato per incidere direttamente a mano metalli quali: zinco, rame e argento. Questa tecnica incisoria è chiamata indiretta, poiché il segno non viene inciso direttamente sulla lastra metallica, ma è ottenuto per mezzo di sostanze acide corrosive. Il nome di questo procedimento di stampa d’arte è dato dall’acido nitrico impiegato per corrodere e solcare la lastra metallica nei punti voluti dall’incisore. L’acido nitrico è conosciuto anche come “Acquaforte”.
Sulla lastra metallica ricoperta da un sottile strato di vernice, ottenuto dalla mescolanza di resina di cera, il disegno viene eseguito mediante uno strumento sottile d’acciaio (bulino), che scopre le parti destinate ad essere incise all’acido. Si procede immergendo la lastra in una bacinella contenente una soluzione che, corrodendo le parti dove la cera è stata asportata, incava dei solchi. Il tempo di morsura varia a seconda della profondità dei segni che si desidera ottenere. Infine si applica l’inchiostro facendolo penetrare nei solchi e, dopo aver pulito la superfice liscia, si procede alla stampa su carta.
L’Acquaforte viene talvolta ritoccata, intervenendo sulla lastra con strumenti appuntiti come il bulino o la puntasecca, mezzo quest’ultimo che nella scalfitura lascia sul metallo dei residui detti “barbe”, che trattengono l’inchiostro e che, all’atto della stampa, producono aloni grigi dall’effetto tonale.
L’ARTE DELLA STAMPA PER INCAVO - BREVI CENNI STORICI
Le origini della stampa calcografica risalgono al 1400 circa, quando in Germania, dal 1430 al 1445 operò un incisore noto come “il Maestro delle carte da giuoco”, a cui sono state attribuite le prime stampe calcografiche reperibili. Il Vasari attribuisce a Maso da Finiguerra (1426-1464) la scoperta dell’incisione. A Firenze questa tecnica trovò terreno assai fertile, data la presenza in quell’epoca di maestri quali: Botticelli, Verrocchio, Lippi ed altri che ispirarono con le loro opere il lavoro di molti bulinisti. Agli inizi del XVI° secolo, l’incisione tedesca raggiunge il suo massimo splendore con l’opera di Durer. Il Seicento, considerato il secolo d’oro dell’Acquaforte, è illuminato dall’astro di Rembrandt, incisore della luce. La sua opera calcografica s’impone in breve tempo all’attenzione del mondo dell’arte europea grazie alle importanti novità stilistiche e tecniche che egli introduce. Nel secolo successivo, J.B. Prince in Francia perfezionava la tecnica “dell’acquatinta”, che sembra sia stata sperimentata precedentemente da Francois e da Charpentier. Nell’Italia del ‘700 grandi nomi quali il Tiepolo, Canaletto e Piranesi emergono per la qualità delle loro opere. Larte incisoria del Tiepolo (1636-1700), rispecchia la sua pittura estrosa, rapida e piena di luce. Verso la fine del XVIII° e gli inizi del XIX° secolo, è la volta di un altro genio dell’incisione: Francisco Goya.
Dall’ottocento ai giorni nostri, l’incisione fa parte dell’esperienza di ogni bravo artista.
Commenti 22
Il volto accattivante ma oserei dire quasi del botticelli non fa coppia con la mano che come un arpia si trasforma e togli il velo che copriva un corpo provocante e accordante,sei sempre favoloso Enzo.
per tutto
complimenti
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