Il piccolo borgo di Chiusdino nella sua veste di ricordi con le lancette del tempo si spostano indietro di cinquant’anni. E d’incanto, si accendono di nuovo le luci delle botteghe, luoghi cari alla vita del paese. Il sapore del vino, il profumo del formaggio, del pane, del latte. I suoni, i profumi, gli odori, le voci vengono raccolte nelle immagini grazie ai ricordi di una generazione, quella di mio nonno Alfredo. I loro racconti ci portano alla scoperta di uno spaccato di vita paesana ormai scomparsa ma le cui tracce sono ancora presenti. Parole viste con gli occhi in un viaggio fotografico tra le porte, le cisterne, i luoghi, gli aneddoti e le abitudini di quella vita che fu e che continua a esistere nelle parole di chi l’ha vissuta e ne è ad oggi testimone. La memoria di ognuno di loro che crea una memoria collettiva, filo conduttore tra epoche che sembrano lontane anni luce ma che. In realtà, con le parole di questi “portatori di ricordi” sono più vicine che mai.
News
celeste,
Commenti 1
Inserisci commento