La memoria può essere vista come un contratto sociale che assicura una base comune di pensieri e conoscenze utili alla formazione dell’identità collettiva. Le statue urbane, quelle che lambiamo distrattamente ogni giorno nel nostro vagare cittadino, sono il patrimonio simbolico e la memoria sedimentata della città che è stata e che sarà. La visione personale, straniata, onirica o anche infastidita, assicura l’assorbimento e l’interiorizzazione della memoria collettiva per la trasformazione in memoria individuale. Questo passaggio fondamentale per la formazione della coscienza comune, può essere compiuto tramite le scienze umane e tramite l’arte e quest’ultima consente la partecipazione attiva all’arricchimento del bagaglio comune. La pietra così si riappropria della sua vita primitiva e naturale e fa da collegamento fra l’uomo e l’ambiente.
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celeste,
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