ricostruzioni

Fotografia analogica e digitale in bianco e nero. Cuciture, montaggio su cartone.

I corpi come i luoghi sono testimoni e conservatori di memorie.
I corpi sono luoghi di memorie personali e di storie comuni. Per quanto possano essere differenti le nostre vite, il corpo ci riconduce ad una dimensione più intima, dove ritrovare il filo conduttore dell'esistenza e un senso comune di sofferenza. I luoghi, i corpi, per chi sa ascoltarli, portano i segni delle storie e dei vissuti di cui sono intrisi, saturi. Sono luoghi che sembrano oltrepassare il tempo, oltre di noi..tentiamo di rimetterli insieme, come tasselli della nostra esistenza...ma loro esistono senza ordine perchè all'ordine sono sfuggiti come sono sfuggiti al tempo. Così ci troviamo ad abitare lo spazio del caos, che è la nostra essenza alla quale tutto ci riporta, dandoci la possibilità di rinascere e nascere dentro al caos che è generativo del tutto...del nostro tutto, della nostra memoria.
Il corpo e i luoghi trattengono i vissuti, trattengono la storia sociale del nostro tempo.
Tutto è riconducibile all'esistenza dell'essere umano, come la materia che si modella nelle mani così la storia lascia le sue tracce sui nostri volti, sui nostri arti, sui nostri corpi e sui luoghi che abitiamo e abbandoniamo al loro destino entropico, che li riporta alla loro natura selvaggia.
Anche i luoghi quindi diventano uno scenario che trattiene le memorie della storia, delle nostre storie, dei nostri territori.
La regressione è forse un segno del nostro tempo, ma il retrocedere non è interpretabile solamente come negatività intellettuale, ma anche, in senso positivistico come genesi, come possibilità aperta verso il nuovo, come ritorno a qualcosa che abbiamo perduto e che dobbiamo ritrovare lì, negli oggetti accantonati, nelle ferite rimarginate, nella nostra memoria primordiale.
Dentro ad ogni corpo ad ogni casa o luogo pubblico ritroviamo qualcosa che ci appartiene, qualcosa da cui ricominciare, qualcosa da ricostruire.