"Troubles in Northen Ireland

"Troubles in Northen Ireland

Chi le spiegherà come stanno le cose? Quando avrà forza a sufficienza per camminare con le proprie gambe, forse nell’ennesima marcia. Allora, senza più il bisogno di stare in braccio, ci sarà ancora quello, urgente, delle domande. Per indagare il mondo che la circonda, spogliarlo fino ai minimi termini e capire. Chi sarà in quel momento la sua guida? La voglia di vendetta le entrerà in gola vomitata da una delle tante vittime della violenza che così l’avranno digerita e solo così possono renderla? Oppure le parole non arriveranno, o non avranno molto senso, perché prima sarà arrivata la pancia, con gli anni, l’esperienza cruda, a mettere tutto al suo posto, i buoni, i cattivi, il nemico e gli amici.
Confini ovunque, quartieri tagliati a metà da una linea. Cattolico, protestante, verde, orange, bloody. Un vecchio passeggia guardando a terra in cerca di qualcosa e crede di riconoscerlo in un bicchiere vuoto. Passa la sicurezza, di corda su un cellulare. Dietro il cancello una maschera celtica ammonisce severa.
Quella bimba ricorderà la manifestazione. A quel punto riaprirà gli occhi, sarà cresciuta e grande e vedrà ancora bandiere. Quasi le stesse d’un tempo. E quel che vorrà dire sarà già scritto su qualche striscione da quelli che hanno fatto la storia prima di lei e che sanno come va a finire, sempre. A quel punto però sarà voltata di spalle, come tutti quelli che le stanno vicino. E in braccio avrà solo un'altra creatura stanca, con la faccia che guarda in direzione opposta, che ad un soffio di vento chiuderà gli occhi frustati dai capelli. Avrà allora imparato come si risponde alle domande e lo farà con la bambina. L’unica speranza è che trovi la forza di dare spazio alla fantasia creativa e riesca a fuggire dallo spartito che da decenni gli uomini assegnano alla sua gente, alla sua fazione, al Paese che geme e borbotta. Per dire parole nuove, ancora non scritte, ma nello stesso tempo antiche come le montagne.

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