BORMIO pietre di carta

BORMIO pietre di carta

Fotografia Digitale, Architettura, Paesaggio, Tecnica mista, 70x80x6cm
Il progetto nasce con l'intento di far dialogare le immagini fotografiche di oggi, con i lemmi selezionati dal "Vocabolario Bormino" di Glicerio Longa del 1913.
Questo testo, scritto da un giovane studioso di 23 anni, scomparso pochi mesi prima della stampa del Volume, è una raccolta fondamentale per la memoria della lingua del luogo e per gli usi e costumi legati alla tradizione e alla vita quotidiana della Valle.
Siamo infatti alla soglia di un cambio fondamentale per l'economia di questi luoghi, i nuovi flussi turistici modificheranno significante gli usi e il modo di vivere della zona, e con essi anche i termini del linguaggio e il loro utilizzo, scompariranno o muteranno termini e modi di dire legati alle tradizioni, all'ambiente, al lavoro, che questo Volume nelle sue oltre 400 pagine tenta di tramandare alle generazioni future.
I soggetti fotografati sono frammenti di vita quotidiana, paesaggi, architetture, monumenti e botteghe artigiane della città di Bormio e dintorni.
Il progetto è composto da immagini in bianco&nero, stampate con una tecnica speciale messa a punto per l'occasione, che si colora secondo il punto di vista dell’osservatore e della quantità di luce che le illumina.
Alcune hanno forma di scultura fotografica; vecchi legni e vecchi ferri legano assieme coppie di immagini ai lemmi del Vocabolario, e danno vita ad un dialogo serrato tra i diversi elementi, che si caricano così di ulteriori significati simbolici ed evocativi.
Alle 100 immagini che compongono il progetto sono state affiancate in seguito 100 poesie inedite in italiano e in dialetto del Prof. Don Remo Bracchi, profondo conoscitore della lingua dialettale locale e fondatore del Centro Studi Alta Valtellina, studioso che potremmo forse definire "l'erede" del Longa.

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