"LIGHT BUILDING"
Il "light building", dunque, è un contenitore di immagini da "ri-immaginare"; uno "sguardo interiore" verso sé stessi e verso gli altri. L'immaginazione ha, infatti, un potenziale straordinario in quanto stimola la curiosità e la capacità di cogliere la piena umanità delle persone andando al di là degli stereotipi e di superficiali paure. Al tempo stesso, l'opera, però, intende anche sottolineare l'effetto sull'immaginazione di un determinato tipo di modernità: all'avanzare dei mondi virtuali pare ridursi contestualmente la capacità degli uomini moderni di immaginare. Si è scelto di rappresentare questo passaggio attraverso la costruzione di un edificio illuminato ("LIGHT BUILDING") in cui ad ogni finestra (500 per lato circa) "si affaccia" un negativo. Si tratta di immagini raccolte in progetti svolti negli Stati Uniti, in America Latina, in Asia e in Africa con l'intento di "aprire" il mondo in quell'edificio anche attraverso il mezzo sonoro che mira a ricreare l'atmosfera e gli stati d'animo di ogni singolo luogo e di ogni singola storia di vita. Quel mondo è sovrastato da un cielo (video proiettato) tanto perfetto da essere, in realtà, un cielo costruito virtualmente. "LIGHT BUILDING" è un documento critico che ritrae l'edificio, il cielo, i rapporti umani, le diversità in una situazione di pericolo. Da un lato c'è il rischio che diventino solo "immaginabili", dall'altro lato il building propone un'immagine forte di popoli, comunità e umanità potenzialmente dotate di una ricchezza tale da poter costruire le solide basi di una consapevolezza di sé che li renderebbe capaci di gestire anche i mondi virtuali.
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