troviamo un uomo chino su se stesso che accarezza il tronco di un albero che ha visto crescere negli anni , in segno di ringraziamento per i frutti che gli ha dato,nel contempo con quest'ultimo si sente in sintonia in quanto artefice e creatore della sua vita,(semina e raccoglie), il tutto figurato dalla loro unione fisica oltre che emotiva, sullo sfondo notiamo la contrapposizione del paesaggio cittadino dove regnano le fabbriche che si oppongono alla natura,città che il contadino sente lontana e oppositrice e non degna di uno sguardo. spostandoci sul basso del quadro troviamo sulla destra il volto di un uomo lacerato e scalfito dal tempo che contrasta la prima visione del lavoro, sta volta inteso come alienazione e consapevolezza della vecchiaia, ma è lo stesso uomo che in segno di speranza scorge quasi timidamente il suo pugno che regge un gruppo di spighe di grano che insieme ai rami di ulivo che lo incorniciano creano un'icona della sicilianità. sullo sfondo, in contrasto con il verde e il marrone scuro tipico dei campi, si impone un tramonto rosso ,carico di forza emotiva e vivacità armoniosa che rende unica e tipicamente meridionale la sera settembrina che si prospetta all'orizzonte
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celeste,
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