Da "La goccia e la civetta". Raccolta di poesie. Edizioni Rupe Mutevole
Ora veniamo a Valentina Cavera che ha scritto una cosa molto importante di cui forse non ha piena consapevolezza: «Quanto è gelida la strada a volte, sotto il soffitto di amari pensieri». È il pensiero che aggrava il dolore. Pensate come sarebbe stata diversa quella strada senza i pensieri che le hanno mutato sensazioni e stati d’animo, e forse l’hanno anche resa disattenta alla corporeità di quella strada. Lei senza volerlo ha toccato uno dei temi più gravi del nostro tempo occidentale: la preponderanza del razionalismo sul modo di essere e di trattare il rapporto con la vita. Infatti lei aggiunge: «Nelle acri radure di silenzi, accovacciati nel vuoto che non ha svolte». Il silenzio non ha nulla di acre, ma abbinato agli “amari pensieri” diventa acre. Questo ci dice quanto è distruttivo il pensiero. Se ci si fa caso: la gioia non la si pensa, ma si prova. La sensibilità soprattutto quando è grande, non va enfatizzata col pensiero. Il pensiero ha solo il compito di constatare e di distinguere. Ma noi abbiamo l’abitudine di sostare col pensiero su ogni esperienza negativa...
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