Mostra, Roma, 31 December 2015
Competenze: Hostess, Automobile
Gli antichi definivano il sogno “vacanza dell’anima”, ritenendo che durante l’attività onirica l’anima potesse staccarsi dal corpo e librarsi in un universo superiore, un vero e proprio regno dello spirito. Un’esperienza extra umana vissuta nello spazio e nel tempo del “sonno”, che i Greci identificavano con Hypnos: figlio della Notte e fratello gemello della Morte (Thanatos), la sua dimora erano gli Inferi ed era raffigurato con un papavero e una verga con cui toccava gli esseri umani e li assopiva. Un mito che lascia emergere gli aspetti più inquietanti del passaggio dalla veglia al sonno, assimilandolo ad una momentanea interruzione della vita, quasi una morte reversibile. Sempre secondo il mito, una volta superata la soglia del sonno, l’individuo diventava preda delle divinità del sogno: Morfeo, preannunciatore del vero, che si manifestava in forma umana; Fobetore, apportatore di spavento, che appariva sotto le spoglie di un animale; Fantasio, ispiratore di illusioni e stravaganze, che faceva sognare al dormiente paesaggi immaginari. Nell’Odissea, Omero attribuisce al sogno una duplice natura: quella illusoria, che porta con sé “fantasmi fallaci e vani” e quella che, al contrario, ha il potere di rivelare una verità nascosta o predire un accadimento futuro (sogno divinatorio). Da qui deriva l’antica pratica dei somniatorum conjectores, veggenti chiamati a interpretare i soagni per risalire alla volontà degli dei e alla loro influenza sui destini umani.
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