“Sulle tracce di Persefone, due volte rapita” dello storico Giuseppe F. Macrì, edito da Laruffa Editore è un’analisi attenta e minuziosa su un mistero non ancora svelato. Un giallo archeologico che vede sullo sfondo possibili intrighi internazionali fra attività di spionaggio bellico e incredibili inefficienze dello Stato italiano.
Nel 1914, ad appena un mese dallo scoppio della Grande Guerra, fu esposto a Parigi, in una galleria privata, un capolavoro assoluto dell'arte antica, che, a causa della mancanza delle mani, che sicuramente dovevano recare attributi atti a identificarne con assoluta certezza la divinità destinataria del culto, fu chiamata la ”Dea in trono” (Thronende Göttingen).
La “Dea in trono” (480 a.C. circa) è unanimemente riconosciuta come uno dei più alti esempi dell'arte antica (”seconda soltanto all'arte di Fidia”, come si disse all'atto della sua esposizione pubblica) e, il cui valore storico-artistico è paragonabile a quello dei Bronzi di Riace.
A conflitto bellico ampiamente in corso, la statua fu rocambolescamente acquisita dal Museo Pergamon di Berlino, ed esposta per la prima volta il 15 dicembre del 1915.
Il successo e l'ammirazione per il capolavoro furono clamorosi ma, allo stesso tempo, l'incerta identificazione e le modalità di acquisizione, scatenarono una vera e propria ridda di ipotesi sulla sua origine, tuttora contesa fra le antiche colonie Magnogreche di Taranto e Locri Epizephyrii.
Giuseppe F. Macrì con “Sulle tracce di Persefone, due volte rapita” tenta di fare ordine in questa ingarbugliata vicenda sviluppando l’inchiesta attraverso tre direttrici: le fasi finali del trafugamento, con l'acquisizione da parte del prestigioso museo tedesco e le responsabilità delle autorità italiane, nella mancata vigilanza e nell'impalpabilità delle azioni di recupero legale; l'analisi approfondita delle circostanze probatorie che per oltre ottanta anni hanno ”ufficialmente” stabilito in Taranto la sede di provenienza del capolavoro; un riesame minuzioso delle prove note ma anche di quelle trascurate o sconosciute, che disegnano uno scenario dal quale emergono fondate motivazioni che legano, al contrario, al territorio dell'antica colonia magnogreca di Locri la più probabile origine del simulacro.
“Sulle tracce di Persefone, due volte rapita”, si sviluppa con un’avvincente narrazione, condotta da un ferreo rigore storico, grazie ad una corposa documentazione e a testimonianze di non facile reperimento, alla luce dei pesanti ostacoli opposti tanto dal tempo trascorso dall'epoca dei fatti, quanto della reticenza di personaggi e istituzioni direttamente coinvolte.
L'Autore: curriculum editoriale.
Giuseppe F. Macrì (nato a Bovalino nel 1955 e residente a Locri), ingegnere e insegnante di matematica per professione, storico per passione (dal 2009 è membro della Deputazione di Storia Patria per la Calabria), è alla settima fatica letteraria:
1 - Mari di carta/La storia di Domenico Vigliarolo, cartografo calabrese alla corte del Re di Spagna (Rubbettino, 2007): un lvoro che ricostruisce tutta la produzione cartografica di uno scienziato calabrese, vissuto a cavallo del '600. Il lavoro ha avuto plauso dei massimi esperti del settore (è stato presentato dalla Prof. Simonetta Conti - IIª Università di Napoli e collaboratrice di ”Quark” di P. Angela, in ben cinque occasioni, dal prof. V. Aversano -IIª Università di Napoli; dal Prof. E. Mazzetti - Univ. di Napoli, dal Prof. Corradino Astengo - Univ. di Genova e, su invito della Società Geografica Italiana, dal Prof. Franco Salvadori, nella sede della SGI, a Roma). Il volume è stato acquisito in quota bibliotecaria dalle maggiori università del mondo (da Washington a Berlino, a Madrid, Venezia ecc.). Per l'eleganza della veste grafica, infine, è entrato nel Museo della Moda a Kobe, in Giappone, come campione di design in editoria;
2 - Per antichi sentieri (Rubbettino, 2009): traduzione dal francese di un testo inedito del ”Viaggiator filosofo” il trentino CarlAntonio Pilati. La presentazione a suo tempo fu a cura della Prof. Serena Luzzi, Università di Trento;
3 - La sentinella perduta/la torre di Pagliapoli (F. Pancallo Ed., 2009): la ricostruzione degli aventi che girarono attorno ad una torre costiera del Trecento, con cartografia e immagini inedite. In particolare, il volume annovera il primo studio del celebre manoscritto (è in via di conclusione l'iter per ergerlo a elemento del Patrimonio dell'Unesco) noto come ”Codice Romano Carratelli”, che, peraltro, deve questo nome proprio al suo ”battesimo” nel mio libro, che è anche il primo a contenere una delle novantanove immagini di cui si compone il prezioso manoscritto (presentazione del Prof. G. Caridi, Università di Messina, e dell'On. Domenico Romano Carratelli, proprietario dell'omonimo Codice);
4 - Il tempo, il viaggio e lo spirito, negli inediti di E. Lear in Calabria (Laruffa, 2012): è incentrato sul rintracciamento di 21 (poi diventati in tutto 26) disegni inediti del grande viaggiatore inglese, presso l’Harvard Library, inerenti al viaggio a piedi in Calabria nel Luglio - Settembre 1847, in cui, fra l'altro lo scrittore fu testimone di eccezionali avvenimenti rivoluzionari nel Distretto di Gerace (prefazione e presentazione del Prof. G. Caridi - Univ. di Messina);
5 - Uomini, economia e fiscalità in una Terra in Calabria Ultra/Bovalino nel Catasto Onciario 1742 (A.G.B, 2014): la meticolosa ricostruzione di una comunità calabrese attraverso i risultati del Catasto Onciario e di moltissimi altri documenti inediti (presentazione dei Proff. G. Caridi e V. Cataldo - Univ. di Messina);
6 - Co-curatela (2013, assieme alla Prof. Simonetta Conti) degli Atti del Convegno Internazionale sui ”Mediterranei nel mondo” del C.I.S.Ge. (Centro It. Studi Storico - geografici, tenuto a Locri-Gerace nel 2008, su mia iniziativa, cui presero parte circa quaranta cattedratici italiani e stranieri (alla presentazione ufficiale ha partecipato, oltre alla Prof. S. Conti, anche la Prof. Jolanda Capriglione, IIª - Univ. di Napoli).
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