Il paese si colloca al 27° posto nella graduatoria globale della mortalità infantile: un bambino su 10 non arriva al quinto anno di vita, principalmente per cause che potrebbero essere prevenute con misure semplici e a basso costo quali vaccini, zanzariere anti-malaria, e migliori condizioni alimentari e igieniche.
La scarsità di acqua potabile e servizi igienici è alla base di circa un terzo della mortalità infantile: fonti idriche affidabili e gabinetti sono assenti nelle abitazioni, ma soprattutto nelle scuole.
Un quinto delle scuole hanno una latrina ogni 100 alunni, alcune una ogni 500, e appena l'1% delle strutture dispone di sapone per lavarsi le mani.
Avere acqua pulita per dissetarsi e lavarsi, gabinetti e fognature funzionanti: sembrerebbero diritti banali, per l'umanità del terzo millennio.
Eppure ancora quasi 900 milioni di abitanti del pianeta attingono acqua da fonti insalubri e circa 2,6 miliardi (quattro abitanti su dieci) vivono in condizioni igieniche incompatibili con la sicurezza e con la salute.
Neonati e bambini molto piccoli sono le vittime più indifese delle infezioni veicolate dall'acqua impura e dalla scarsa igiene ambientale: basti pensare che il 16% della mortalità infantile globale è provocata dalla diarrea, una malattia che in Occidente è curata con tale facilità da essere ritenuta un semplice "incidente" per bambini o adulti.
E sono ben 400 milioni i bambini in età scolare che ogni anno si ammalano per colpa di parassiti intestinali, le cui conseguenze possono persino arrecare ritardi nello sviluppo cognitivo.
Quando l'acqua è lontana, le bambine sono costrette ad abbandonare la scuola per andare a raccoglierla, e le donne vincolate a una corvée quotidiana che diventa una vera e propria discriminazione di genere: come in Africa, dove la ricerca dell'acqua ricade per l'81% sulle spalle di donne e bambine.
Cosa fa l'UNICEF
Il progetto "Acqua e igiene nelle scuole" applica le buone pratiche che l'UNICEF ha maturato in decenni di esperienza in ogni parte del pianeta.
Sappiamo che intervenire nei distretti più poveri massimizza il numero di vite salvate, che migliorare l'ambiente scolastico aumenta i tassi di frequenza e le disparità di genere, che l'educazione all'igiene che si fa a scuola apporta benefici anche tra le famiglie degli alunni.
Obiettivo del progetto è estendere le "linee guida" sviluppate in 21 scuole-pilota ad altre 60, individuate nelle aree più bisognose del Paese, con benefici immediati per 42.000 bambini.
Se questo progetto avrà successo, sarà più facile che il Governo investa le ingenti somme necessarie per assicurare igiene e acqua potabile a tutte le 18.000 scuole del Paese, raggiungendo dieci milioni di bambini.
Cosa faremo noi per aiutarli
Verrà allestita una mostra collettiva che coinvolgerà direttamente tutti gli artisti partecipanti, che doneranno un loro dipinto.
Tutte le opere donate dagli artisti saranno messe in vendita con un offerta minima nei giorni della manifestazione e tutto il ricavato verrà interamente devoluto all’UNICEF e finanzierà il Progetto “Acqua e igiene nelle scuole" in Tanzania che il Comitato provinciale Unicef di Messina e l’associazione Roberta Smedili hanno adottato per la propria attività per l’anno 2015.
Per informazioni e donazione dipinti.
Il sorriso di Roberta per l’UNICEF – UNICEF Arte
Associazione Roberta Smedili
Via Gabriele D’Annunzio, 12
98057 Milazzo (ME)
Email robertasmedili@yahoo.it
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