In passato, il corpo ha tradizionalmente avuto un ruolo chiave nella formazione artistica, essendo sia una scala di armonia e proporzione che una fonte di conoscenza delle bellezze della Natura.
Ma che tipo di ruolo gioca, ora, in tempi di globalizzazione in cui tutti i corpi sono "accessibili" e tutte le Arti sono ormai “miste”?
Il corpo umano può essere trasformato in un involucro senza volto, nel veicolo di una marca, in slogan assurdi o nell’idea pubblicitaria di qualcuno? Oppure è ancora associato a qualcosa di sensuale ed erotico? Questa è una domanda che, oggi, ha bisogno di risposte.
Matteo Bosi e Masha Trotzky si incontrano, circa un anno fa, nello spazio virtuale di FaceBook. La loro somiglianza e comunanza di vedute, che hanno scoperto solo più tardi quando si sono incontrati faccia a faccia, è stata così viscerale da far nascere l'idea di un progetto comune.
Il progetto, nato appunto da un’Unione Artistica Russo-Italiana, e battezzato «Body as Evidence» (vale a dire, ‘Il Corpo come Prova’), prevede inoltre l’idea di rafforzare la cooperazione internazionale e lo scambio reciproco di esperienze e conoscenze artistiche. Dopo la Mostra a Mosca e a Ravenna il prossimo appuntamento sarà alla galleria ADA di Barcellona il 5 settembre 2014
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