La manifestazione, patrocinata dal Comune di Manduria e organizzata in collaborazione con la Cooperativa “La Orpi”, si articolerà in una performance pittorica di Orodè Deoro, accompagnato dal violinista salentino Francesco Del Prete. Nella cornice suggestiva del centro storico di Manduria, Orodé dipingerà in tempo reale le sue opere, ispirato dalla musica dal vivo. La musica si farà largo e farà breccia nell’anima e prima che scompaia assisteremo al tentativo di vederla disegnata e colorata. Tra colori caldi accordati, livide tonalità e figure di donne “disobbedienti”, il pittore trasporrà nell’opera l’intima ribellione sua e del musicista contro l’alienante sofisticazione contemporanea, mentre la carta catturerà le fiamme delle più tormentate e insistenti passioni umane. Prima e durante l'esibizione di Orodè, lo spazio circostante verrà "trasfigurato" dalle videoproiezioni del visual artist Orazio Guarino. Musica, immagini e parole proietteranno lo spettatore all’interno di un percorso lungo il dramma del rifiuto, aprendolo ad una nuova prospettiva di necessità della disobbedienza, finalmente redenta ed affrancata dall’antro maligno entro cui furbescamente è relegata.
Orodè Deoro, pittore e performer di origini pugliesi, considerato uno dei talenti più interessanti degli ultimi anni, ha già precedentemente collaborato anche con musicisti del calibro di Paolo Fresu, sublimando l’arte della pittura in un innovativo percorso multisensoriale fatto di immagini e suoni.
Francesco Del Prete, violinista salentino, con raro talento orchestra il suo violino elettroacustico francese, un azzurro D&H a cinque corde, come fosse una band, glissando da un genere all’altro.
Orazio Guarino, giovane regista pugliese, nel 2005 fonda il progetto NAFFINTUSI per produrre i suoi primi cortometraggi. Da sempre amante delle più svariate forme di espressione artistica, in primis la pittura, si occupa di cinema, video, live visual, poesia, pittura e musica.
Endeka è un’associazione artistica e culturale al suo debutto. Endeka vuole sperimentare linguaggi artistici nuovi, dando vita a contesti in cui le persone possano sinergicamente congiungere le diverse esperienze, per creare spazi collettivi realmente vivi, liberi e indipendenti, in grado di immunizzare la comunità dalle striscianti e pericolose forme di piattezza incolore che la attraversano. Endeka è un atto d’amore verso chi continua a cercare ostinatamente di assecondare il desiderio di trovare da sé il senso delle cose, ma anche verso chi non sa di avere questo desiderio. Perché l’arte, da intendersi nella sua accezione più lata, è veicolo di conoscenza e di coscienza di sé e di ciò che sta intorno.
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