Primo Vanadia
27 febbraio – 12 marzo 2016
Opening ore 18.00
A cura di Giuseppe Carli
Direzione Monica Schiera
Testi Giuseppe Carli
Traduzioni Guglielmo Inglese
Redazione Sarah Di Benedetto
Editing Carmela Spinelli
Progetto Grafico Luca Lo Coco
Segreteria organizzativa Francesca Del Grosso
Si ringrazia
Laura Boscia, Irene Butera, Francesca Castagna, Francesca Del Grosso, Francesco Drago Ciulla, Marzia Spatafora, Olga Spatafora.
Special thanks
Arterivista
www.arterivista.it
Glifo Edizioni
via Beato Angelico 53, 90145 Palermo
www.glifo.com
orari d'apertura
da martedì al sabato 10:00/12:30 – 17.00/20:00
info
+39 339 36 34 206
+39 327 28 19 564
info.bobez@libero.it
www.bobezarte.com
Come nel mondo dell'arte le vie del paesaggio sono imprevedibili e ogni artista può percorrerle a suo piacimento così Primo Vanadia ama vagabondare per le strade di Palermo, sua città natale, che esplora senza un modello o un'idea precostituita. Non indulge su un singolo soggetto o su una singola ora, non ha preferenze per l'ambientazione ed evita generalmente le inquadrature troppo studiate. Il suo è un sapiente “girovagare” per la città, in cerca di bellezza dai lati interscambiabili, morbidi e duri.
La composizione è ridotta al minimo, sfruttando al massimo la combinazione naturale delle cose. Primo Vanadia predilige la luce del crepuscolo e l'aurora: l'utilizzo della luce e l'attaccamento, che appare quasi fuori moda, alla tradizione, gli stanno particolarmente a cuore. L'anima della sua foto sta nella nitidezza, che deve essere visibile, anche in presenza di un'elaborazione assolutamente perfetta delle stampe. Proprio questo perfezionismo, percezione dell'originale, dà ad ognuna delle sue foto la vita, l'unicità.
La sua inquadratura è rigorosa, sempre simmetrica ed ordinata, mai sbilanciata. Primo si lascia conquistare spesso dalla prospettiva centrale degli ambienti, corredati da pochi elementi, portando l'immagine ad uno stato di purezza e di pulizia, staccandola da tutti gli orpelli e le sfaccettature storico/artistiche che hanno caratterizzato la stessa fotografia in passato.
Quello che il fotografo crea con la sua visione personale delle cose, somiglia molto ad una relazione amorosa e lo “scatto”, frutto di questa intimità, aiuta ad abbattere le barriere mentali, ed offre qualcosa di più della nudità visiva, riflette l'anima, perché la forma, per quanto perfetta, non basta. Primo Vanadia con i suoi scatti, i suoi paesaggi, le sue vedute, ha la capacità di farci vedere più intensamente di quanto riesca comunemente all'uomo, facendo riscoprire nell'osservatore quella ricettività di un bambino che vede per la prima volta il mondo che lo circonda, o quella di un viaggiatore che visita un paese straniero.
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