Testi critici, Modena, 29 June 2009
L'arte che bussa alla porta della sensibilita' soggettiva non puo' che far vacillare quella ostentata sicurezza dell'uomo, che nel proprio profondo non trova fondamento. La trasposizione dell'anima dell'artista nelle opere si proietta sulla sfera emotiva del fruitore come liquida essenza, evocando l'archimediana legge dei vasi comunicanti. Il bisogno di esprimersi con la pittura, vitale, viscerale che e' nell'artista non si cela.Tutto esce. La preparazione classica,
l'estrema ricerca del supporto ideale, il moderno uso del colore, caratterizzano un tessuto pittorico composto da vibranti e decise pennellate, che insistono e si dissolvono, restituendo quel personale mancamento che si prova quando ci si ascolta e ci si scava nel profondo. Tutto il lavoro di Mara ruota attorno ad una sintomantica realta' inscindibile, che vede l'uomo protagonista di una solitudine moderna nell'individuale percorso della vita, sia privata che sociale. Emerge dalle opere quel sentimento romantico, quella dolce e amara melanconia tanto cara allo storico passato pittorico, che si rinnova e si ripropone in tutte le epoche perche' componente intrinseca della specie umana. E' con estrema maestria che Mara riesce a bloccare sulla tela quell'attimo che non ha neppure durata, ma che si ripropone con una vorticosa frequenza nel quotidiano vivere moderno, quel sentimento fugace che prende e lascia, che riempie e vuota, che fa vivere e morire. Stringe l'occhio alla fotografia, Mara, ammicca alla cinematografia, per cedere e farci cedere all'impulso cosi' pittoricamente esptresso in una realta' in cui l'arte non conosce piu' confini.
SILVER BALBONI
docente di disegno e storia dell'arte

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