Orith Youdovich. Come devo vivere. Dialoghi visivi con il cinema di Michelangelo Antonioni
Mostre, Ferrara, 04 December 2013
Mostra personale a cura di Maria Livia Brunelli in collaborazione con la MLB home gallery. Un percorso tra cinema e arti visive, tra misteriose inquadrature vuote, tra elementi naturali rarefatti e città deserte. Una decina di immagini fotografiche: un viaggio nel silenzio, in luoghi lontani e senza tempo, vuoti, in cui si celano tracce di vita quasi invisibili. Le fotografie vengono presentate a Ferrara in occasione del centenario della nascita del noto cineasta ferrarese, parallelamente alla presentazione presso la Biblioteca Ariostea, sempre martedì 4 alle 17, del volume Cosa Devo Guardare. Riflessioni critiche e fotografiche sui paesaggi di Michelangelo Antonioni (Postcart, 2012) firmato a due mani da Maurizio G. De Bonis, critico cinematografico e delle arti visive, e dalla stessa fotografa.

Libro e mostra fotografica, all’unisono, si interrogano sull’espressione autentica del paesaggio utilizzando come punto di riferimento creativo la figura di Antonioni. Nella sua cinematografia, il regista offre ai paesaggi un ruolo che va oltre il semplice significato di sfondo scenografico. In una condizione di crisi esistenziale, i paesaggi diventano protagonisti, vere e proprie storie, racconti di luoghi esplorati da uomini che hanno lasciato le loro tracce su quella terra calpestata. E le fotografie di Orith Youdovich vogliono essere la dimostrazione di quelle impercettibili e misteriose presenze nascoste. Imparare a guardare e scoprire ciò che non si vede è l’invito che l’artista rivolge a tutti gli osservatori. Dopotutto chi impara a guardare, forse, impara anche a vivere: Tu dici “Cosa devo guardare”. Io dico “Come devo vivere”. È la stessa cosa (dialogo tratto da Il Deserto Rosso, 1964 di Michelangelo Antonioni).

Attraverso una selezione di scatti, la fotografa israeliana instaura un proficuo dialogo con l’orizzonte rappresentativo del cinema antonioniano. L’artista fotografa il deserto, l’orizzonte della periferia urbana, il parco cittadino: luoghi svuotati, privi di azione, in cui l’universo delle “assenze”, dei vuoti incolmabili, riesce ad essere un mondo ben più prepotente di innumerevoli “presenze”. Ogni scatto racconta una storia: echi lontani, ombre sfuggenti, strade vuote di campagna in cui non passa nessuno, case silenziose, boschi e fabbriche in lontananza, immagini attraversate da persone senza volto, di spalle, immobili, sospesi nel tempo. Fotografie vuote ma piene di vita che raccontano altre storie di vita in cui l’assenza sfida l’osservatore e il paesaggio restituisce lo sguardo a chi osserva. Foto dallo spazio aperto, in movimento, quasi danzante, un tramite tra mondo e uomo.

Commenti 4

orith y.
8 anni fa
orith y. Artista, Fotografo
Grazie Gianfranco. Se hai visto in alcuni dei miei lavori il dialogo con il cinema di Michelangelo Antonioni, allora Chapeau... Infatti mi ha fatto piacere quando l'hai scritto in uno dei tuoi commenti.
orith y.
8 anni fa
orith y. Artista, Fotografo
Grazie mediummixer
Gianfranco ferlazzo
8 anni fa
....Sapevo che qualcosa legava le tue opere al cinema di Antonioni :))... Good luck:)))
mediummixer
8 anni fa
well done...

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