Mariarosaria Stigliano mostra con la sua arte, come in uno specchio filtrante, quanto tempo della nostra vita viviamo come fantasmi di noi stessi, assimilati gli uni agli altri, senza identità. Quanto camaleonticamente perdiamo la nostra natura animale per divenire ormai parte, ovvero struttura, dei percorsi che viviamo. Il dinamismo congelato delle sue opere ci rammenta ciò che perdiamo con la velocità: il valore dei dettagli, i sapori dell’unicità. Tutti i suoi protagonisti, infatti, in corsa per una partenza o per un arrivo, sono anime stemperate nella quotidianità delle azioni, in percorsi stazionari. Vanno. Ma nessuno potrebbe giurare sul loro ritorno.
Mariarosaria Stigliano guarda con gli occhi di chi si ferma e dunque osserva; con il suo personalissimo linguaggio espressivo, traduce in “visioni binarie” un mondo che non sembra appartenerle. Nei suoi dipinti ad olio, nelle sue carte segnate con la grafite, nelle sue incisioni, l’artista ci offre l’opportunità di un riscatto emotivo, fatto anche di pause necessarie affinché si riacquisti, in un mondo sempre più alienante, il peso e la corporeità della nostra esistenza.
Marco Testa
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