Mostre, L'Aquila, Vittorito, 09 August 2015
La serie di opere "Le stanze del tempo" contempla il dialogo tra tempo e spazio.

Io sono un pittore del mio tempo e gli avvenimenti che mi circondano influiscono sulla mia pittura. C'è una volontà di cambiamento che vuole superare le tradizioni... esse si muovono nel caos e si rigenerano sempre su se stesse.

I cubi reincarnano l’oggettività umana, le proprie azioni e la sua fragilità come una metafora della ricerca di verità su ciò che il tempo disgrega, come gli errori, gli sbagli, i successi, gli eventi, le stagioni, gli avvenimenti storici che ora non sono più visibili perchè entrati nel mondo dei ricordi. Se il passato è indecifrabile e il futuro invisibile; non ci permette di vedere oltre, possiamo solo immaginare o stimare un qualcosa, ma mai farlo certo.

Il tempo non possiede soltanto una quantità, (può essere un'ora, un secondo o un decennio), possiede una determinata qualità, (gioia, dolore, buio, luce, felicità, odio, etc.) che consente di emergere solo a quei fatti. Non ci è permesso poter focalizzare un dato problema per cambiare il futuro e nella mia pittura rappresento i cubi come manifesto di un’epoca, di un fatto storico o di un mio umore in un determinato momento
concentrandone il linguaggio in una sola opera.

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