a cura di Simona Pandolfi e Elisa Angelini
in collaborazione con l’Associazione ARtCHIVIO e il Teatro dei Balbuzienti
Le opere di Frank Martinangeli, fondatore insieme ad Alessandro Fornaci del laboratorio romano “Stamperia del Tevere”, sono caratterizzate da una continua sperimentazione grafica di tecniche e materie.
Nelle opere esposte al Centro culturale Artemia, Martinangeli apre la propria riflessione sull’universo a tematiche sociali e di denuncia sull’urbanizzazione e sulle modifiche genetiche. In "Geneticamente modificata", all’interno di una foglia spigolosa dalle mille venature troviamo il codice moderno e criptico dei microchip, che racconta una storia altra non ancora comprensibile. In altri lavori, come "Urbanizzazione", l’artista elabora la pianta di una città fantastica e futuristica partendo da una matrice di schede di computer incastonate tra loro. L’immagine di queste moderne città, che ormai parlano un linguaggio informatico, manifestano un tentativo di denuncia della sconsiderata evoluzione del tessuto urbano. In un mondo dove le leggi della natura sono state vinte delle nuove leggi del mercato, l’artista costruisce le sue "City", utilizzando una base di microchip e materiali di riciclo vario, ad esempio cassette di frutta in plastica, che prepara direttamente come matrici da lavorare e poi passare sotto il torchio.
La decisione di esporre anche alcune matrici, sottolinea il valore materico che l’artista assegna al procedimento grafico; le lastre, quasi fossero sculture, diventano essenziali prima e dopo la stampa.
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