PICCHIO.Brighter than Black. A cura di Seb Patane
Mostre, Catania, Giarre, 02 April 2015
Le opere di Picchio mi balzano agli occhi come figlie di momenti di impeto catartico e istintivo. Tramite una gestualità impulsiva e di stampo semi espressionistico, esse sembrano manifestarsi, letteralmente, su tele e cartoni, materiali sottomessi al getto pittorico e alla frusta elettrica di matrice quasi immateriale, atti che si estinguono nell’arco di minuti calibrati e mai superflui.
Come un rabdomante in preda a processi subconsci da disegno automatico, i lavori prendono vita e bruciano celeri in movimenti che mi ricordano quasi gli incidentali schizzi casuali di John Cage, o gli esperimenti con i materiali più appiccicosi di Vik Muniz.
Usualmente guardingo e tacitamente protettivo del suo operato, Picchio si é lasciato convincere ad aprire per la prima volta questa sua celata attività all’interazione ritmica esterna; tocca a noi adesso perderci, o trovarci se possibile, nelle macchie lisergiche, i guizzi acidi, gli spruzzi nervosi, o quelli più pacati, e l’archetipo che a volte ritorna. Tutto ha senso alla fine nell’occhio di questo ciclone a tratti sottilmente autobiografico, che passa dall’astrazione alla figurazione accennata. A volte nevrotico, altre meditativo, questo é un flusso comunque sempre veloce e complice della decisione netta anche se contaminata, che parte dallo stomaco e finisce dritto in testa.
Seb Patane.

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