Mostre, Ancona, 01 September 2008
curatore:Stefano Verri
coordinamento: Centro Culturale Binocolo
luogo:Rocca Costanza Pesaro
data: 23 – 24 Agosto


“Un luogo storico, un’antica fortificazione costruita da uno dei più grandi architetti del rinascimento, baluardo difensivo decaduto dalla sua funzione si trasforma, in occasione di questo festival, nella cornice di una commistione di forme, di pensieri e di espressività.” Scrive il critico Srefano Verri curatore della sezione Visual Art. “ Le antiche rocce che hanno visto passare dame e cavalieri a cavallo, che si sono probabilmente sentite bersaglio dell’artiglieria e le stanze in cui riecheggiano fasti, divertimenti e perché no lamenti, ora vibrano per un’urgenza di creatività. I luoghi deputati alle Muse vengono disertati e le arti, come per risalire la corrente, si muovono verso il pubblico, perdono l’aura della verità e l’eternità a cui le consegna il luogo, per presentarsi, in un’operazione di trasformismo e mutazione a cui il pubblico è direttamente invitato a partecipare, senza filtro alcuno in un tentativo estremo di interazione globale.E’ questo in un certo senso il senso di una festa che fa della commistione il filone portante di tutto l’evento. La musica, lo spettacolo e le arti visive si uniscono in un’unicità di tempo e di luogo dove ogni cosa è parte di un tutto con cui meravigliosamente convive senza attrito in un flusso poderoso e costante di energia creativa. L’arte è pensiero e sentimento di un tempo, ed è la varietà della nostra contemporaneità che i quindici artisti invitati per questa sezione esprimono. Ognuno con la propria personalità, ognuno con la propria forza espressiva, si fanno interpreti ed esegeti di un mondo in continua evoluzione. Un mondo che in un certo senso ha perso la linearità dei valori imposti e che nella libertà ha sviluppato direttrici a volte opposte. E’ in questo gap che interviene l’artista, osservatore attento che registra, interpreta e ripropone. E’ qui che è importante la dinamica creativa, un pensiero centripeto che esternalizza la propria dimensione mettendosi in discussione, scansando un processo centrifugo e contemplativo che porterebbe soltanto ad una logica
autoreferenziale. Lontani dall’appoggiarsi su un qualcosa di acquisito, che sia tecnica o poetica, questi artisti affrontano, in modo spesso ironico ed a volte dissacrante, le contraddizioni dell’attuale presente, con un occhio puntato al futuro registrano un avvenire in divenire….”

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