Quella di Franco Bolzoni è un’arte pitto-scultorea poiché mummifica i suoi protagonisti studiandone le diverse sfumature tonali identificando forme divertenti, alternative e solari. Non esistono confronti con un’arte tale che riesce ad essere imponente e leggera insieme intrappolando l’osservatore nella curiosità dell’oggetto immobilizzato e distraendolo con la soavità di toni ben calibrati e cadenzati. Helena Buscemi è una mano giovanissima come per nulla si immaginerebbe guardando le opere: una sorpresa avvincente di una giovane diciottenne che si esprime con una mano imponente e maestra. Ispirata dai particolari femminili lascia che siano solo le emozioni a prendere il sopravvento; fulcro della rappresentazione sono gli occhi poiché da lì per la Buscemi parte tutto. Gennaro Mele si distacca totalmente dalla consueta trattazione figurativa per lasciare che una linea ricurva intrisa di piccole sequenze di colore individuino l’intera resa finale. Uno stile decisamente alternativo e del tutto personale che diviene mezzo di denuncia e grande forma di comunicazione in cui ben si apprezza l’abilità dell’artista. Giuseppe Zumbolo è uno sperimentatore di natura poiché passa dalla pittura alla scultura con una prontezza rara. Piccole figure armoniche, dalle linee ricurve divengono le protagoniste di un mondo elegante e raffinato in cui stare a guardare con imponenza e semplicità come solo pochi artisti sanno fare. Ileana Colazzilli è abile mano dalla precisione impressionante che dettaglia sguardi e volti dai tagli insoliti con una precisione tipica di grandi maestri. Colori sempre soavi, mai invadenti la cui raffinatezza incanta l'atmosfera intrappolando l'osservatore in un altrove alchimico.
Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: "Non c'è altro da vedere", sapeva che non era vero. La fine di un viaggio è solo l'inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi già fatti, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito. (Josè Samarago da Viaggio in Portogallo)
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