Tempo, spazio e luce - di Rosamaria Brioschi
Mostre, Usmate Velate, 14 November 2015

La storia artistica di Rosamaria Brioschi inizia a 15 anni quando per la prima volta prende tra le mani un pennello ed immediatamente ne viene rapita, trova immediatamente un feeling intimo che tutt’ora non l’ha abbandonato. Sono gli anni dell’entusiasmo assoluto per ogni regalo della vita, anni in cui il cuore batte forte nel segno della verità senza pregiudizi per nulla. L’arte entra sempre più nella sua vita con l’esperienza decisiva assorbita dalle lezioni all’Accademia di Belle Arti Brera e, come spesso accade, l’incontro con personaggi di rilievo assume un ruolo determinante nella carriera dell’artista. Rosamaria si avvale dell’insegnamento accademico di un vero grande Maestro, Pompeo Borra, prima docente e poi anche direttore della stessa accademia per un biennio negli anni ’70.

È proprio da qui che inizia per Rosamaria un percorso intenso di contenuti, sente di dover e poter comunicare attraverso il complesso linguaggio offerto dalla pittura ma sente anche una particolare armonia con esso, riesce dunque ad affacciarsi ad un’espressività che le è subito congeniale. Opere degli anni 70’ particolarmente intense come “l’attesaâ€, “la scala†o “Orchideaâ€, rivelano una straordinaria freschezza riflessiva, dipinti particolarmente silenziosi che colpisco per l’atmosfera surreale che rivela un tentativo di andare oltre alla pittura, come se Rosamaria utilizzasse il pennello solo come pretesto per parlare delle sue emozioni, attingendo direttamente dall’anima e affidandosi unicamente ai versi non scritti della poesia.














Seguire il percorso creativo di Rosamaria significa addentrarsi in un modo surreale e affascinante al tempo stesso, passando dagli importanti periodi dedicati alle donne e ai tappi, fino a giungere alle ultime opere e scoprire con piacere, un sottile fil-rouge che le unisce idealmente tutte, silenziosamente affini nel comunicare attraverso un linguaggio apparentemente semplice e sintetico ma quanto mai profondo, complesso e coerente, che quasi sfugge alla semplice analisi dell’intuizione logica e impone allo spettatore una sosta prolungata al fine di poter assaporare al meglio ogni dettaglio, lasciando così che i colori e i grandi spazi s’impossessino delle sue emozioni attraverso l’onnipresente orizzonte.
L’orizzonte di Rosamaria non ha alcun attinenza con il temine astronomico bensì, in virtù di quanto detto fin ora, rappresenta un’idea, un concetto filosofico che si affaccia al confronto intellettuale con il determinato e l’indeterminato, con il finito e l’infinito, come ho affermato in principio, Rosamaria tende ad andare oltre, oltre alla pittura, al linguaggio, allo stesso orizzonte definito. Oltre a tutto ciò troviamo però sempre una luce (o luna) che appare costantemente nelle opere e nell’anima dell’artista, una luce che fa ben sperare.
C’è qualcosa che mi rassicura nelle opere di Rosamaria Brioschi, nella riflessione, nel silenzio e nella poesia è sempre presente l’immensità dell’infinito, l’incapacità di risolvere le domande poste, tra quelle che affiorano nella mente durante l’analisi delle opere dell’artista, mi costringono al confronto sempre affascinante con me stesso.

A cura di Alberto Moioli



Rosamaria Brioschi
Via Consorziale Grugana, 2
23885 Calco • Lecco
www.rosamariabrioschi.it
rosamaria.brioschi@gmail.com

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