Il percorso espositivo, nato da un’idea di Margherita Musso e Lisa Caputo, si articola in una serie atipica di raggruppamenti di opere, sia pittoriche sia scultoree, di due artisti i cui linguaggi espressivi e le cui cifre stilistiche sono così differenti da potere apparire tra loro inconciliabili. L’esposizione è, quindi, cadenzata da nuclei narrativi che, nel complesso, compongono un viaggio per cromie tra ciò che della natura vediamo e ciò che immaginiamo, tra la forma visibile e la struttura invisibile. Ecco, perciò, che l’avvolgersi di una conchiglia viene “riflesso” in vortici geometrizzanti, o lo sguardo attento di un gatto si traduce in armonie cromatiche create da ordinate scacchiere blu/viola.
Comunque la si consideri, la natura delle cose è ineffabile. Per quanto preciso, nessuno sguardo penetra oltre alcuni scarsi barlumi di forma. Tuttavia una qualche forma c'è ed è grazie a essa che conosciamo il mondo.
È appunto questa ambigua dualità il filo conduttore di questa mostra, che mette assieme due diverse prospettive – una da "finestra" e una da "microscopio" – sulla natura. In nessuno dei due casi, certamente, siamo di fronte a una descrizione pedissequa della "natura", tuttavia le opere in mostra ci guidano lungo un percorso solo apparentemente parallelo, giacché i lavori dei due artisti presentano diversi punti di contatto, e non solo nei cromatismi. In entrambi c'è un'attenzione spiccata per il particolare, come se ogni più piccolo elemento fosse il perno centrale di tutta la costruzione cosmica. C'è, anche, una ricerca d'armonia, che per Ilaria Caputo è, in qualche modo, ri-costruzione, mentre per Enzo Tardia è ricerca di un'essenza, di ciò che già esiste pur non essendo immediatamente visibile. In entrambi i casi, ciò che viene descritto è il Cosmo, un mondo ordinato che è e non è la realtà, che esiste e forse non esiste, ma che certamente noi scorgiamo nella natura e che, spesso, anche cerchiamo.
La natura delle cose oggetto di questa mostra è, dunque, un tracciare i confini di un'esperienza artistica profondamente accomunata da un certo tipo di visione – precisa e armonica – che scruta in modo solo parzialmente divergente ciò che sta attorno e dentro di noi.
La mostra sarà visitabile presso Studios (via Notarbartolo 36, Palermo) da sabato 10 novembre a domenica 25 novembre tutti i giorni, dalle 17 alle 19.30.
Durante gli orari di apertura della mostra sono previste diverse attività collaterali gratuite e aperte a tutti, quali piccoli laboratori di poesia Haiku (martedì 13, giovedì 15 e giovedì 22 novembre) e presentazioni di libri (venerdì 16 e sabato 24 novembre).
Per maggiori informazioni: 3391997987; panormitania@gmail.com
Ilaria Caputo è nata a Palermo, dove si è diplomata in Scultura e dove tutt’ora vive e lavora. Attraverso un pulito stile figurativo, ama descrivere l'eleganza interiore – e talvolta nascosta – delle cose quotidiane, aspirando a ricreare un equilibrio fra il mondo dei ricordi e il presente, e indagando i differenti effetti che la luce, riflettendosi su materiali diversi, regala. Si dedica con passione alla ritrattistica. Sue opere sono ospitate in collezioni private (in Italia e all’estero) e pubbliche.
www.ilariacaputo.it
Enzo Tardia è nato nel 1960 a Trapani, città in cui vive e lavora. Le sue opere riprendono le linee dell’astrattismo geometrico di stampo neoplasticista, in una poetica distante da ogni tentazione naturalistica e in cui la geometria è intima natura e sostegno del mondo. Un Cosmo, dunque, ordinato eppure vorticosamente inconoscibile. E Tardia indaga questa conoscibilità incerta della materia attraverso una doppia astrazione: quella delle forme, da cui il dato figurativo scompare, e quella della geometria di stampo euclideo che è, essa stessa, radicalmente astratta. Nei suoi quarant’anni di attività, l’Artista ha partecipato a numerose e qualificate rassegne e mostre d’arte in tutta Italia e all’estero.
https://enzotardia.tumblr.com
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