Scrive Rino Cardone, curatore della mostra, nel testo in catalogo: “In questa evidente “scelta estetica” di Toni Ferro, appare la natura − a tratti provocatoria − di quest’artista e la sua indole ribelle, propensa a non accettare nessuna censura: perché il “tempo corrente” come diceva Edgar Wind (nel 1963, nel suo libro “Arte e Anarchia”) rifiuta ogni “logica censoria” intesa – semmai, essa, dovesse subentrare, nel lavoro di un artista – come segno di arretratezza intellettuale o, addirittura, di barbarie culturale.
Quella che ci mostra, con questi disegni, Toni Ferro è un’arte senza nessuna castità, sganciata da qualsivoglia sentimento di “morigeratezza etica” o di “condanna morale” a conferma, innanzitutto (così com’è scritto nella “Repubblica” di Platone) che l’arte e gli artisti rappresentano − in qualche modo e in diversa misura − un pericolo, una minaccia e, finanche, una forza sovvertitrice, scandalosa e rivoluzionaria, sia della società e sia dell’ordine costituito: inteso in forma di “entità statuale” (è cioè di “misura dello Stato”).”
L’evento intende ricordare Toni Ferro attraverso uno dei momenti della sua vita di artista eclettico, Libero e libertario che calcò le scene dell’arte solo da protagonista.
La mostra sarà inaugurata presso gli spazi dell'Open Space venerdì 5 giugno, ore 19.00. È di rigore, per i partecipanti, indossare un indumento o un segno rosso, colore/bandiera, della serata.
Accompagna la mostra un catalogo realizzato dalle Edizioni Open Space, per la collana Eccentrica Arte Contemporanea, contenente un testo del curatore, un testo dell’artista e poeta Tomaso Binga, citazioni da testi dello Stesso Toni Ferro, apparato iconografico e nota bio-bibliografica dell’artista. Per l'occasione, durante la serata inaugurale, sarà realizzata da un gruppo di studenti dell'Accademia di Belle Arti (Giulia Gigliotti, Marco Ronda, Silvia Tomaino) una performance, omaggio a Toni Ferro.
La mostra sarà visitabile fino al 7 luglio, nei seguenti giorni ed orari: martedì, mercoledì e venerdì dalle ore 17.00 alle ore 20.00 e per appuntamento. Ingresso libero.
Patrocini: Accademia di Belle Arti di Catanzaro.
Info: Open Space, via Romagna, 55, Santa Maria di Catanzaro, telefono: 0961.61839, e-mail: openspace.artecont@teletu.it
========================
Toni Ferro, Napoli 1936 – Catanzaro 2004. Personaggio poliedrico della scena artistica italiana, è stato autore di scritti e promotore di eventi socio-culturali nazionali e internazionali sempre ispirato dall’ideale libertario. Ha attraversato da Esploratore Poetico la complessa mappa dell’Arte della Cultura e della Politica del XX secolo. La sua arte rimanda al gesto, al comportamento, alla scrittura. Direttore del Corso di Scienze delle Comunicazioni Visive all’Università Popolare di Napoli, professore ordinario di Scenografia all’Accademia di Catanzaro, di cui è stato direttore dal ‘82 al ‘98, e di Teoria e tecniche di elaborazione dell’immagine al DAMS di Cosenza. Scenografo e costumista di Eduardo De Filippo, Vittorio Viviani, Riccardo Pazzaglia e altri. Dal ‘68 è protagonista della contestazione concependo un impegno libertario dell’arte, teoria e prassi di una nuova creatività, modello per una società civilmente avanzata con il Teatro Comunitario, il teatro di strada, di guerriglia semiologica urbana, e con la Prop’Art. Fonda il gruppo di Arte Antropologica, e fra gli anni Settanta e Ottanta teorizza l’Arte di Azzeramento Antropologico con mostre e performances in giro per il mondo. Nel ‘92, fonda e dirige la rivista “Ecclissi”, periodico per Accademie, Conservatori, Isia, DAMS e Architettura sui problemi dell’arte e della didattica. Dagli anni Novanta la ricerca si amplia nell’Arte Antropo-cosmologica e sui miti del mediterraneo. Del ‘96 è il giro della Terra su sette vulcani da est a ovest nel “Progetto Prometeo – il Sacro Fuoco della Terra”, performance che investe l’intero pianeta in una simbolica azione di purificazione sacrale.
========================
Venti disegni inediti di Toni Ferro, a venti anni dalla mostra che lui tenne: prima al “Lavatoio contumaciale” di Roma e poi alla “Galleria MAT” di Montepulciano, in provincia di Siena. Gli attuali disegni fanno parte, proprio, di quella collezione e di quella produzione, realizzata dall’artista per quell’evento di venti anni fa. E che s’intitolava “Rosso erotico”. Di quella serie, antologizzata attraverso l’attività espositiva, svolta in Lazio e in Toscana (attraverso delle opere erotiche, su sfondo rosso) non resta, oggi, traccia, per un furto subito dall’artista. Toni Ferro, però, aveva prodotto dell’altro in quell’occasione: sullo stesso tema e con le stesse “dinamiche creative”. E questo ha dato modo, adesso, a Caterina Arcuri di poterci mostrare questo patrimonio, inedito, delle opere dell’artista partenopeo.
Si tratta di abili tratteggi, svolti a mano libera dall’artista, che mostrano la grande padronanza, dell’autore, nell’effettuare l’ornato pittorico. Disegni in cui la “carica erotica” e la smodata “tensione carnale” tra i due sessi, si mostrano senza nessuna pudicizia e senza alcuna vergogna, senza mai scadere, però, nella volgarità e nella bassezza culturale, pur raggiungendo, in alcuni casi, quei limiti del grottesco, dell’estrosità e della stravaganza, cui è pervenuto - in passato, con le sue vignette -l’illustratore inglese, Aubrey Vincent Beardsley. In questa evidente “scelta estetica” di Toni Ferro, appare la natura - a tratti provocatoria - di quest’artista e la sua indole ribelle, propensa a non accettare nessuna censura: perché il “tempo corrente” come diceva Edgar Wind (nel 1963, nel suo libro “Arte e Anarchia”) rifiuta ogni “logica censoria” intesa – semmai, essa, dovesse subentrare, nel lavoro di un artista – come segno di arretratezza intellettuale o, addirittura, di barbarie culturale.
Quella che ci mostra, con questi disegni, Toni Ferro è un’arte senza nessuna castità, sganciata da qualsiasi voglia sentimento di “morigeratezza etica” o di “condanna morale” a conferma, innanzitutto (così com’è scritto nella “Repubblica” di Platone) che l’arte e gli artisti rappresentano - in qualche modo e in diversa misura - un pericolo, una minaccia e, finanche, una forza sovvertitrice, scandalosa e rivoluzionaria, sia della società e sia dell’ordine costituito: inteso in forma di “entità statuale” (è cioè di “misura dello Stato”). In questo contesto generale, resta il dato di fatto (anche questo individuato, in maniera accorta, da Edgar Wind, nel suo saggio “Arte e Anarchia”) che il “potere dell’immaginazione” influisce sull’essere umano nella stessa, identica, misura di come riesce a fare un fuoco: che in natura, distrugge e trasforma. Una ragione questa per ritenere che l’arte (la migliore arte, come nel caso di Toni Ferro) è assimilabile a quell’”impulso primigenio”, a quella “folle vitalità” e a quella “energia creatrice” che stanno all’origine di tutte le cose.
E poi c’è, anche, in questi venti disegni - particolarmente voluttuosi - di Toni Ferro, la conferma di quanto dichiarava Pablo Picasso. E cioè che “l’arte non è mai casta” e “semmai lo fosse, non sarebbe arte”. Chi non si ritrova con questo “teorema estetico” picassiano farebbe bene allora - come diceva l’artista malaghegno - a non entrare in contatto, non solo con l’arte erotica (che Gustav Klimt assegnava, in pratica, a ogni forma espressiva) ma con qualsiasi espressione artistica. E in particolar modo, farebbe bene a tenersi lontano con tutte quelle espressioni del “pensiero creativo” che si mostrano senza veli e senza pudore, esibendo quel “piacere oltre il piacere” che è tipico della cultura della “porta oltre la porta” (della sapienza zen). E che costituisce l’asse portante dell’arte erotica giapponese: quella delle stampe shunga, che fanno dell’uso delle immagini libidinose (nelle quali sono ritratti momenti di grande passione sessuale e d’intensa pulsione erotica) un miraggio della propria ricerca interiore.
Non c’è nulla di paradossale in tutto questo. La cultura esoterica (quella di matrice indoeuropea e di lingua sanscrita) ci ha consegnato, in proposito, un patrimonio d’idee nel quale il corpo umano, non è assolutamente in antitesi con l’anima, con lo spirito e con il “soffio vitale”. Anzi, ne è tutt’uno. In una sorta di “dimensione olistica” che favorisce l’espansione della conoscenza e lo sviluppo dell’energia creativa, oltre che della consapevolezza. E tutto questo, proprio a partire dall’erotismo e dalla sessualità, che sono al centro di questa produzione creativa di Toni Ferro, ora esposta al “Centro Open Space” di Catanzaro, per rendere omaggio a un artista che non rifiutò mai - nel corso della sua esperienza creativa - un “approccio antropologico” allo sviluppo dell’immaginazione. Si pensi – a questo riguardo - ai suoi continui “rimandi semantici” al valore dell’esistenza umana, mettendo al centro del suo lavoro: eros e thanatos, vita e morte, desiderio e annichilimento, forza e fragilità.
Ed è in questo “contesto semantico” che s’inserisce l’uso, da parte di Toni Ferro: sia della rappresentazione del Minotauro (come in certa produzione pittorica di Pablo Picasso) e sia dell’immagine, docile e mansueta, di quello che sembra essere, all’apparenza, un capriolo, o comunque sia una figura zoomorfa dai “rimandi archetipi” e dai “rinvii culturali” di genere epico e mitologico. Questo tipo di “citazione subliminale” – eseguita dall’artista partenopeo – suggerisce, per una sorta di “processo meccanico” della memoria, il richiamo a quell’arte erotica pompeiana (in molti casi scioccante e scandalosa) di cui resta una testimonianza molto ardita – ad esempio - nel “Lupanare” degli Scavi di Pompei e una traccia, più morbida, nella “Villa dei Misteri” che nello stesso luogo campano, alla base del Vesuvio, è stata restituita, di recente, alla fruizione pubblica.
Occorre, altresì, evidenziare, guardando queste opere erotiche di Toni Ferro, che quest’artista è stato aduso - nel corso della sua esperienza creativa - a sfruttare il “carattere antro/cosmologico” della fantasia: quello che favorisce le “antinomie della ragion pura” (teorizzate da Kant e sublimate da Jung) proiettando, questi stessi contrasti (finito e infinito - separabilità e inseparabilità - Dio e Natura) in quel “principio assoluto” di libertà che accomuna, in se stesso, le forze del “casualismo fisico”. È questa una teoria che separa - sul piano concettuale - gli “atomi indivisibili” della materia, dal vuoto dell’iperuranio platonico: quello nel quale prendono forma le idee. E cioè: i concetti, i contenuti propri del pensiero umano e le diverse combinazioni, cui la mente e lo spirito possono dar luogo, nel tempo e nello spazio.
In questa mostra (per la quale è stato scelto il titolo - provocatoriamente licenzioso e dissoluto - di “Erotica Bandiera”) fanno da sottile “file rouge” - di questi venti disegni selezionati - sia il color rosso dei tovaglioli di carta - su cui l’artista ha disegnato - e sia, anche, il tipo di “afflato immaginifico” attraverso il quale l’artista ha sviluppato la sua ricerca estetica: tanto sul piano della “natura isolata” dei corpi umani (riprodotti in maniera singola sul foglio) e tanto, anche, a livello di “armonie plastiche” generate dall’incontro delle diverse figure umane. Si tratta di un risultato perfetto, non solo per la qualità artistica (matita su carta) delle anatomie prodotte dall’artista, ma anche per la conferma che riceve chi osserva queste opere, della grande “abilità disegnativa” di Toni Ferro, che attraverso il suo tratteggio (fresco e spontaneo, colto e raffinato) riusciva a mostrare la sua abilità espressiva e immaginifica: doti queste che hanno fatto di lui - venuto a mancare in maniera prematura - un maestro dell’arte contemporanea, già direttore dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro e pure docente del D.A.M.S. dell’Università della Calabria.
Copyright © Rino Cardone
Commenti 0
Inserisci commento