MEMORIAL CARLO PERRETTI: CONCORSO FOTOGRAFICO "UNO SCATTO PER LO SPORT" - 1^ EDIZIONE (Complesso Sportivo "Palapergola" - Potenza)
Concorsi, Potenza, 28 May 2015
Al Concorso hanno preso parte gli studenti del Liceo Scientifico Statale "Galileo Galilei" di Potenza. Il Concorso fotografico "Uno scatto per lo sport" è alla prima edizione. Ed è collegato alla 4^ Edizione del "Memorial Carlo Perretti" che si è svolto il 28 maggio 2015 nella palestra del Complesso sportivo "Palapergola" di Potenza. La selezione delle fotografie vincitrici è stata affidata dal Dirigente Scolastico del Liceo Scientifico Statale "Galileo Galilei" (di Potenza) Camilla Schiavo, ad una "Commissione esaminatrice" composta da: Rino Cardone (giornalista, critico d'arte); Angelo Lacapra (giornalista); Antonio Perretti (ideatore del Memorial); Stefano Foti (studente del Liceo Scientifico Statale "Galileo Galilei") e Donato Castronuovo (docente del Liceo Scientifico Statale "Galileo Galilei").
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PROGRAMMA DEL 4^ MEMORIAL CARLO PERRETTI - 28 maggio 2015 c/o il Palazzetto dello Sport "Palapergola" di Potenza. - La manifestazione inizierà alle 9:00 con il saluto del D.S. e delle autorità presenti. Alle 9:15 verrà dato spazio al gruppo di ballo e al gruppo musicale del liceo G.Galilei, che si diletteranno in varie coreografie e in canzoni originali. Il match inizierà alle 10:00 dove la squadra del "liceo G. Galilei" si batterà contro gli "Amici di Carlo" per conquistare il fantastico trofeo. Alla fine della partita , alle 12:00, seguiranno le premiazioni dove tutti i partecipanti al torneo interscolastico e al Memorial riceveranno l'attestato di partecipazione originale e un piccolo ricordino. Inoltre, saranno premiati i vincitori del Concorso fotografico e del Torneo di tennis da tavolo.
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Nella fotografia di Roberta Marotta - prima classificata del Concorso "Uno scatto per lo sport" - la giovane autrice ferma l'immagine di due atlete, in una maniera "semanticamente evocativa" di uno tra i più interessanti scatti fotografici del Novecento: quello realizzato da Nino Migliori, nel 1951, che aveva per titolo "il tuffatore" (attualmente: Courtesy Musinf, Senigallia). Tanto per Nino Migliori, quanto per Roberta Marotta, si avverte la tensione di un’arte di tipo "relazionale" in cui la raffigurazione complessiva dell'azione svolta, deriva dall’incontro: tra la pratica sportiva del soggetto fotografato (il tuffatore per Nino Migliori) o dei soggetti ritratti (le due atlete, nel caso di Roberto Marotta) e la scena, l'ambiente circostante che corrisponde (nel caso specifico della giovane fotografa, vincitrice del concorso dedicato a Carlo Perretti) con il luogo in cui si svolgeva l'allenamento sportivo, all'atto dello scatto fotografico.

Nella fotografia di Lorena Vaccaro - seconda classificata del Concorso "Uno scatto per lo sport" - è elaborato (con gusto giovanile e con modalità tecniche decisamente contemporanee) uno dei più interessanti "impianti teorici" della fotografia moderna, quello che è stato espresso da Helmut Newton, secondo il quale: l'arte della fotografia si riassume nel desiderio di scoprire, nella voglia di emozionare e nel gusto di catturare l'immagine. Si tratta di tre temi, di tre aspetti estetici, che ritroviamo in questa fotografia di Lorena Vaccaro, che è riuscita a tratteggiare, attraverso il suo complesso elaborato fotografico, i sentimenti dell'etica di gara e dell'agonismo sportivo. E cioè: l'esultanza della vittoria, le perplessità e i dubbi che si accompagnano alla sconfitta, il fair play e l'accettazione, sempre e comunque, e in ogni circostanza, del risultato raggiunto, nel caso specifico, su un parquet di gara, che fu molto caro a Carlo Perretti, cui è dedicato questo Concorso fotografico.

Nella fotografia di Giulia Carlucci - terza classificata del Concorso "Uno scatto per lo sport" - è palese quella che Henri Cartier-Bresson definiva come la capacità da parte del fotografo di riuscire a dare, in una sola frazione di secondo, un significato ben preciso all'evento da lui "catturato" attraverso la macchina fotografica. Il giocatore di pallanuoto che Giulia Carlucci ha "fermato" in piscina (in una delle diverse azioni che si svolgono nel corso di una partita) mostra i segni della complessità del suo muoversi in acqua: con gli avversari che si contendono la palla e con il desiderio, da parte di tutti i contendenti, di portare a casa la vittoria finale. La mano spinta in alto dal giocatore di pallanuoto, fotografato da Giulia Carlucci, è una mano che schiaffeggia e accarezza l'aria, con forte e appassionato impeto. E che richiama, non solo la passione sportiva, ma anche la potenza di un simbolo, così antico e potente, come quello del Cielo: che è segno (e archetipo al tempo stesso) di quel Principio Creatore e di quel Divino, cui è dedicato (in forma ideale) il Concorso fotografico Carlo Perretti.
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