Ma come nasce e cosa è Luci d’artista”, lo spiega Maurizio Braccialarghe, Assessore alla Cultura, Turismo e Promozione Città di Torino “Illuminare Torino, coinvolgendo artisti torinesi e non, è un progetto che risale al 1997, quando Fiorenzo Alfieri, allora Assessore al commercio e alla promozione della Città, propose all'artista genovese Emanuele Luzzati di creare un intervento di forte impatto scenografico nei Giardini Sambuy di fronte alla Stazione di Porta Nuova. Venne così ideato e realizzato il Presepio, rappresentazione della Natività. L'idea di illuminare la Città nasceva da un'esigenza concreta: una richiesta di aiuto al Comune da parte del mondo del commercio, il soggetto storicamente responsabile dell'illuminazione decorativa in occasione del Natale. La richiesta era appunto quella di ricevere un sostegno maggiore da parte dell'istituzione locale, dal momento che il servizio svolto dai commercianti poteva a tutti gli effetti essere considerato un bene di tipo pubblico, un servizio alla cittadinanza. L'amministrazione raccolse tale richiesta e diede il suo consenso ad intervenire purché questa fosse l'occasione per un innalzamento della qualità delle luci natalizie. Il progetto raccolse da subito l’approvazione e l’apprezzamento non solo dei commercianti, ma anche dei cittadini e dei turisti. Vennero coinvolti infatti ben 14 artisti di diverse scuole e tendenze attive in città, che concepirono ovviamente l'illuminazione natalizia non come una semplice decorazione ma come un'opera d'arte a cielo aperto. Fu solo l’inizio di una rassegna in continua crescita sia per il numero e per il grande impatto scenografico delle opere sia per la notorietà degli artisti coinvolti: 34 di cui 23 italiani e 11 stranieri. La storia di Torino è stata sempre orientata all'innovazione, alla ricerca e alla sperimentazione, tratti che ancora oggi confermano il ruolo di questa città e del Piemonte come un importante laboratorio di contemporaneità sul piano internazionale.>>
Luci d’Artista nasce in origine come una proposta artistica a corredare, di opere d’arte luminose, lo “spazio urbano” spiega il critico d’arte e giornalista Rino Cardone che aggiunge “ Un messaggio di pace, vita, creatività ed energia. Un’esposizione, tenuta in una sorta di “pinacoteca all'aperto”. Intento, in questo caso, rievocare le esperienze artistiche consumate, in precedenza, a Torino. Riguardo alla luce - e al concetto di luce - dobbiamo dire che essa rappresenta, innanzitutto, una frequenza: che viaggia attraverso lo spazio, sotto forma di onde elettromagnetiche. Ma la luce è, anche, il simbolo, per eccellenza, di quello “Splendore” che Aristotele collegava alla “corporeità dell’universo” e che Sant’Agostino connetteva all'unica fonte della Verità. Intorno alla “metafisica della luce” è nata, poi, nel Novecento, una vera e propria tradizione filosofica, sorta dall'intuizione di un intellettuale tedesco: Clemens Baeumker, che mise insieme svariate conoscenze. E tra queste: la fisica, la psicologia, la gnoseologia e la teologia. Risultato ottenuto? La luce ha assunto, da quel momento in poi, una più potente “valenza semantica”: che era stata, peraltro, sempre molto stimata e tenuta in considerazione, da parte di molti filosofi e artisti. Occorre aggiungere, a questo riguardo, che la pittura si “accende” con la luce, si pensi alla dicotomia: chiaro/scuro e luminoso/buio. E così come, anche, la fotografia “cresce” con la luce, si pensi alla dualità: bianco/nero e tono/ombra. E così come, nella stessa identica maniera, la cosiddetta estetica performativa (portata avanti da tutti quegli artisti che si esprimono, ad esempio, attraverso il linguaggio delle installazioni) “prospera” e “matura” con gli effetti di luce. Si pensi alla bipartizione: realtà/illusione, consistenza /inviolabilità e luminosità/ombra. E proprio sul tema della luce, un gruppo di artisti ha animato, con le proprie opere, piazze e vie. Le loro performance sono diventate, in conclusione, delle fotografie, che raccontano e “ibernano” per sempre, nel tempo, quelle esperienze artistiche originarie e che producono, altresì, delle emozioni aggiuntive; in termini di sensazioni, incanti, stupori, sorprese, meraviglie e sbalordimenti, di chi poi, alla fine, osserva - come nel caso di Potenza - quegli scatti fotografici.>>.
Poi? La migliore risposta la si può trovare semmai con una bella passeggiata per viale Dante, immergendosi in una galleria d’arte all'aperto, ammirando luci, forme e colori, percependo le sensazioni del bello che solo dal vivo è possibile vivere in pieno.Arte Eventi Duemiladodici e lo stesso primo cittadino Dario De Luca ha commentato : “<
articolo di Leonardo Pisani su www.giornalelucano.com
Commenti 0
Inserisci commento