#Selfie
Mostre, Bari, Ruvo di Puglia, 07 December 2014
SELFIE è raccontarsi: milioni di autoscatti fatti con smartphone, tablet o webcam e condivisi sui social network anche nelle situazioni più improbabili e imbarazzanti. Ma quale impulso fa afferrare uno smartphone, puntarlo verso la propria faccia e toccarlo per fotografare se stessi da se stessi in un dato luogo e in un preciso istante? Nell’ultimo decennio la moda dei selfies si è talmente affermata da diventare un fenomeno globale, tale da stimolare le ricerche dei sociologi come motivo e causa di disagio e disturbo della persona. Se fino a qualche secolo fa, l’autoritratto era un’opera d’arte fatta di colori ad olio o acquerelli, in cui artisti più volte hanno rappresentato se stessi fino all’ossessione o ancora hanno voluto esprimere i propri tormenti fisici e psichici, da qualche anno a questa parte è digitale e alla portata di tutti. L’Io del mondo 2.0 è sottoposto e si sottopone continuamente a giudizi, commenti, opinioni che provengono da terzi, e anche l’approvazione della propria immagine è diventata fondamentale. L’individuo ha bisogno di affermare se stesso, mostrando un’immagine anche intima di sé, che possa suscitare il consenso altrui. Un ritorno del mito di Narciso, insomma, innamorato della propria effigie.
A Ruvo di Puglia (Ba) sette artisti per ”# SELFIE” a cura di Titti delvecchio.
Pierluca Cetera, Antonia Bufi,RosariaPastoressa,VincenzoMascoli,GiulioSpagone,MilaGno (Milena Scardigno)e Daniela Raffaele(Clitorosso)presenteranno opere diverse, raccontando, attraverso l’arte, il fenomeno sociale moderno dei selfies, come manifestazione e partecipazione di una nuova forma di comunicazione e di linguaggio. Ciascuno di loro espone un lavoro, testimonianza singolare, del nuovo concetto di Io e di individualità che scaturisce dalla società contemporanea, dominata dai social media, trasformando il pubblico da ricettore passivo dell’opera d’arte, a creatore attivo. Nel lavoro di Daniela Raffaele in arte CLITOROSSO, dal titolo “Inconsciamente Selfie”, l’artista ci propone un’installazione “preziosa” di foto, che suo figlio inconsciamente si scatta col tablet, manifestando lo stupore di vedere ed interpretare se stesso, attraverso un’inconsapevole selfie.Ad una dimensione mitica ci riconduce Pierluca Cetera con la rappresentazione delle “Cariatidi”, un'espressione artistico - architettonica che riproduce la figura di donna, ponendo l’attenzione sull’essere umano e la sua corporeità.La performance di Giulio Spagone presenta il desiderio nell’essere umano contemporaneo di esibirsi e di esserci, attraverso un gioco di luci, che irradiando tutto il corpo, accrescerà ancor di più l’Io.Un guardare se stessi attraverso azioni, gesti e piccoli momenti altrui emerge nell’opera di Rosaria Pastoressa. Una fotografia che narra in terza persona, ma dove l’io c’è attraverso l’emozione dell’occhio che coglie.Un’aria sarcastica emerge dai selfie in movimento dell’artista Antonia Bufi, che gioca con sé e il proprio viso, creando fotogrammi di espressioni, che colgono la consapevolezza di essere se stessi nelle mille sfaccettature e non ostentare ciò che si vuole superficialmente apparire. Un aspetto introspettivo ritorna nel ritratto di (Milena Scardigno) Mila Gno , nel quale compare, attraverso un’immagine doppia, l’ambivalenza di stati d’animo che scaturiscono da una situazione accidentale e che si manifestano nei tratti del viso.Un tocco Pop Art si ritrova nel lavoro di Vincenzo Mascoli con la sua serie Facescontemporary, dove l’io e il volto contemporaneo è l’espressione immediata del proprio stile di vita, della propria condizione sociale, della popolarità ed è condizionato dal mondo circostante. Un messaggio leggibile nei volti noti e presenti nei mezzi di comunicazione di massa.

Commenti 0

Inserisci commento

E' necessario effettuare il login o iscriversi per inserire il commento Login