Mostre, Vicenza, Sandrigo, 03 June 2017
Addentrandoci in questa sequenza di energiche suggestioni su tela ci accorgiamo che ogni lavoro racchiude in sé una storia da raccontare sviluppata in una calda materia cromatica. Una sorta di hortus conclusus, un giardino recintato, fatto di delizie, di scoperte, di desideri protetti con cura. Il tema dominante della ricerca artistica di Annalisa è la complicità tra la corporeità e la leggerezza immateriale delle aspirazioni e delle idee. Il corpo diventa la chiave di accesso, descritto e creato, raccolto nelle sue linee essenziali. Ma, nello stesso tempo, esso è libero, nudo, bellissimo negli arabeschi anatomici. Forma pura, viva, dinamica; misterioso, come un groviglio di potenzialità inattese e di slanci imprevedibili. Gli energici segni di grafite e di carboncino conducono il nostro sguardo alla scoperta di morbidi profili sottolineati da pigmenti naturali, come il rosso l'arancione e le ocre, il cui bagliore è segnato da linee che via via si fanno più nervose e dinamiche, attraverso i toni terrosi di una pittura d’azione. Tali segni grafici accentuano la monumentalità e la fisicità delle figure. Segni che ci ricordano i percorsi di Willem De Kooning, di Cy Twombly e di Franz Kline dove i rapidi gesti e i colori sgocciolati interpretano il senso eroico e vitale dell’uomo, benché straziato dal dolore. Le più belle opere degli uomini sono ostinatamente dolorose, "come nei pozzi artesiani, salgono più alte quanto più a fondo la vita ha scavato il cuore", affermava Marcel Proust. Perché l’arte è un impulso irrefrenabile che riflette l’interiorità spirituale di un essere umano guidato dalla necessità di portare alla luce il proprio animo. Un artista ci consente di addentrarci nella profondità del mondo e lo fa in modo originale, molto spesso usando delle forme simboliche. Nel percorso della mostra Annalisa Filippi ci offre l’occasione di una riflessione sulla terra, sui nostri cammini, sui nostri legami. Quasi come in uno specchio ci chiniamo sulle tele e sui vasi che sembrano via via prendere forma umana, tra la vita e la morte. Ogni quadro nasce dal precedente e dà forza al successivo.
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