In esposizione, una trentina di opere donate da artisti di primo piano in ambito nazionale ed internazionale che, su invito della curatrice, si sono messi a disposizione della comunità, sostenendo le attività di AMMP Onlus tese a liberare dai bisogni primari le fasce più deboli della popolazione. AMMP Onlus infatti ha accolto nel 2018 l’istanza del maestro Antonio Ciarallo di farsi promotrice di mostre “etiche”, che abbiano cioè nel progetto scientifico i valori cui essa si ispira, con l’intento di sostenere le proprie attività benefiche. “Transiti Second Step” andrà a sostenere specificamente e integralmente un progetto di aiuto internazionale.
«Le donazioni liberali raccolte nel corso della mostra – spiega Bruno Cavallo, Presidente di AMMP Onlus – contribuiranno al progetto “Luzolo Lua Nzambi” del costo di oltre 140mila euro. Si tratta della costruzione di un orfanotrofio a N’Sele, comune della città di Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo, con annessa scuola di formazione, per dare ai bambini di strada non solo un tetto, ma anche un’educazione professionale che li renda indipendenti e autonomi nel costruire il proprio futuro. La casa d’accoglienza verrà intitolata all’ambasciatore italiano Luca Attanasio e al carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi proprio in Congo lo scorso febbraio durante una missione umanitaria. Nella Repubblica Democratica del Congo si consuma nel silenzio una delle più gravi crisi umanitarie al mondo, con la guerra civile che ha causato, dal 1998 a oggi, oltre quattro milioni di morti, conducendo ad una crescita esponenziale dei bambini di strada, che l’Unicef stima possano essere più di 13.800 nella sola capitale».
«Transito – scrive Raffaella A. Caruso – significa passaggio più che arrivo, camminare in mezzo a, passare attraverso, e ho inteso dunque con questo titolo esprimere tutta la provvisorietà, la necessaria condivisione di questo difficile e meraviglioso work in progress che è la vita. Gli artisti selezionati hanno sempre messo al centro della propria ricerca la libertà, il confronto tra i popoli, i temi della convivenza civile, alcuni vivendo su di sé il tema del viaggio, non solo come metafora, ma come esperienza reale alla ricerca della libertà».
L’esposizione si articola idealmente in tre sezioni: “Gli artisti del mondo” con opere di Juan Eugenio Ochoa, Josè Demetrio Peña, Graziano Pompili, Shinya Sakurai, Arjan Shehaj e Jorrit Tornquist, artisti che hanno vissuto sulla loro pelle l’esperienza dell’emigrazione, del sentirsi straniero, della discriminazione, del disagio, nati in aree ancora prive di alcune libertà; “Le scritture del mondo” con opere di Gianni Asdrubali, Ezio Bruno Caraceni, Marcello De Angelis, Feofeo, Reale Franco Frangi, Mimmo Iacopino, Giovanni Lombardini, Marco Nereo Rotelli, Mario Surbone, Telo e Caterina Tosoni, artisti che compiono una ricerca segnica particolare, vicina alla tematica di una moderna Torre di Babele, simbolo di nuove energie e auspicio di unione; “Transiti”, con opere di Davide Benati, Max Bi, Dario Brevi, Amanda Chiarucci, Antonio Ciarallo, Paolo Conti, Erk14, Theo Gallino, Riccardo Gusmaroli, Pietro Iori, Umberto Mariani, Sandro Martini, Fernando Picenni e Teso, artisti che interpretano nel loro lavoro il passaggio come necessario momento di rinnovamento e spiritualità o che indagano il momento del passaggio in chiave astratta o figurativa.
Le opere saranno presentate domenica 26 settembre nel corso di una serata su invito offerta da Andrea Alciati. Madrina dell’evento sarà Ludmilla Radchenko: l’artista russa infatti si unisce ai maestri di “Transiti”, progetto per sua natura itinerante e in divenire, donando una propria opera ad AMMP Onlus.
In occasione della mostra d’esordio di “Transiti”, allestita nel 2019 presso Palazzo Lascaris a Torino, è stato stampato un catalogo a cura di Raffaella A. Caruso con ricco apparato iconografico e biografie ragionate degli artisti. Per informazioni: www.ammp.it.
Il ristorante Guido da Costigliole del Relais San Maurizio si trova all'interno di una delle dimore più esclusive della Langa, un monastero francescano completamente ristrutturato nel rispetto del disegno originario. Inaugurato nel 2002 da Andrea Alciati, affonda le proprie radici nel modello di ristorazione portato avanti a partire dagli anni Cinquanta da Guido e Lidia Alciati con il ristorante “Guido” a Costigliole, fondato sulla ricerca di materie prime genuine reperite da produttori locali. Ricavato nelle antiche cantine del monastero, il ristorante è caratterizzato dalle pareti in pietra di Langa originali e dalle volte con mattoni a vista, arricchite da opere d’arte appartenenti alla collezione del ristoratore, alcune delle quali realizzate da autori piemontesi. In estate la terrazza Monterosa, affacciata sulla cucina, offre una vista unica sui vigneti e sulle Langhe che si estendono fino alle Alpi.
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