Cosa c’è di più semplice e naturale dell’arte?
L’arte figurativa da sempre ritenuta semplice nella comprensione diviene espediente per comprendere come bastino pochi gesti per creare un’opera d’arte e compiacersi delle emozioni che l’esecuzione ha trasmesso e l’osservarla ha lasciato trapelare.
Opere semplici e per questo immense animano una esposizione che si ispira alle parole di Richard Bacht lasciando che quattro mani, tutte diverse, tutte figurative, tra tratti di matita, gesti soavi, colori delicati e sguardi cupi mostrino come ‘basta poco’ per lasciarsi andare alle emozioni, alla semplicità, alla grandezza espressiva.
igia Cuttin si avvale della delicatezza quasi inconsistente dei tratti per dire di mondi trasognati in cui i bimbi si perdono: un’arte diversa dalla consueta figurazione, in cui i toni tenui sono i primi attori di un mondo aggraziato e piacevole e i bimbi sono il dettaglio immancabile senza cui quella delicatezza perderebbe i contorni. Quanta soavità in quei toni, anche quando si incupiscono nei marroni e blu, una mano leggera pare che danzi sul supporto graffiandolo in segni che divengono solchi indelebili dalla grandiosità esile.
Marco Fabozzi esprime tutta la sua grandezza in due opere a colori dai toni intensi e cupi. Il bianco e nero delle ultime produzioni lascia il posto a volti dai toni mai perfettamente visibili, profondi ed intensi dove gli guardi dei protagonisti incastrano la mente del pubblico: un’arte di impatto ed originalissima. Pennellata larghe su opere sempre di grandi dimensioni, una sapienza artistica frutto di una giovane mano pregevole e pregnante che sa bene come operare e sa sorprendere ogni osservatore mozzandone il fiato.
Elena Mantovan lascia che le emozioni individuino il personaggio da rappresentare per destreggiarsi in opere dai toni soavi e delicati; ogni lavoro prende vita sulla carta, segno e simbolo della precarietà contemporanea, un supporto difficile e fragile che la Mantovan utilizza con speditezza, energia ed imponenza. Opere in b/n e a colori dove sguardi assortiti, mani pensanti, uomini accovacciati, visi sfrontati sfidano l’osservatore con delicatezza e garbo, gracili ed intensi insieme, tangibilità di un carattere tenace e vibrante, destinato ad andare molto lontano.
Un’ arte raffinata quella di Milena Tortorelli che punta la sua attenzione sulle inquadrature eleganti, frutto di una mano abile nel disegno, che sa operare con maestrìa nei toni. Quanta magia in quelle pennellate rapide che sembrano gettate a caso e invece delineano un attimo che corre per la mente e diviene definitivo nella scelta dei protagonisti e dei toni. Gesti rapidi e brevi si fanno slancio in tratti che sanno impressionare l’osservatore tra freschezza e grandiosità; un’arte che è poesia in cui fermarsi a lungo ad osservare, cogliere il dettaglio, goderne la grazia di volti pensanti o colti in momenti impensabili, un’arte da tenere a mente ed osservare con la consapevolezza di assistere a piccoli grandi capolavori.
"Crescendo impari che il caffé al mattino è un piccolo rituale di felicità, che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane. E impari che la felicità è fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi, e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della primavera ti sveglia dall'inverno, e che sederti a leggere all'ombra di un albero libera i pensieri. Impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità."
(Richard Bach)
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