Faro, opera permanente-site specific, campanile della Chiesa di San Nicola, di Michele Giangrande
Installazione-evento Richard Parker è a Latronico, di Giuseppe Teofilo
19 agosto/ 2 settembre 2009
inaugurazione 19 agosto ore 22.00
Orario lunedì/sabato ore 18.30-20.30/22.00-24.00
Domenica su appuntamento
Ingresso libero
L’Associazione Culturale Vincenzo De Luca, prosegue la propria attività di ricerca nell’ambito dell’arte contemporanea con l’obiettivo di incrementare l’installazione di opere permanenti site specific nel paesaggio urbano del Comune di Latronico. Dopo l’installazione sonora di Bianco-Valente, si presentano le opere di due promettenti giovani artisti: Michele Giangrande, Giuseppe Teofilo.
Michele Giangrande ha progettato per l’Associazione e i cittadini di Latronico l’opera Faro che l’artista ha appositamente pensato per quest’occasione espositiva. L’opera sarà installata sul campanile della Chiesa di San Nicola, nella parte più alta del paese che Giangrande identifica come il “cuore” del tessuto urbano di Latronico. Il campanile segna il passare del tempo lungo tutta la giornata, tranne poche ore durante la notte; durante questa pausa interviene l’artista con segni di luce rossa temporizzata che dall’interno del campanile rompe il silenzio notturno e vigila come un faro sul sonno dei latronichesi, infondendo energia a tutto il paese. Questo progetto nasce dalla volontà di creare un’opera aperta e come afferma l’artista: “ogni opera è portatrice sana di un messaggio che viene continuamente arricchito dal vissuto dello spettatore”.
Giuseppe Teofilo coniuga modelli, oggetti e temi della tradizione con un linguaggio aggiornato, lavora sulle biforcazioni e sui contrasti interni alla forma e al contenuto. Il progetto-evento Richard Parker è a Latronico, consta nella realizzazione di cento manifesti che stilisticamente ricordano quelli di un circo e che “tappezzeranno” gli spazi pubblicitari e i muri di Latronico. Questi manifesti trovano un chiaro riferimento al famoso romanzo di Yann Martel, Vita di Pi, un racconto di sopravvivenza nella sua forma più cruda, poiché Pi deve affrontare bisogni umani impellenti come sete, fame e rifugio, il tutto sotto l'occhio vigile di un predatore. Ed è proprio questa, la metafora che utilizza l’artista, immaginando ironicamente degli avvisi di pericolo per la presunta fuga di una terribile tigre che interrompe la tranquillità dei latronichesi, minacciati da un evento spaventoso e allo stesso tempo magico.
In mostra nello Spazio Cantisani, nella bella piazza di Latronico, i due artisti dialogheranno con le loro opere, evidenziando uno spazio per una comunicazione non univoca ma multiforme, in modo che a ognuno sia consentito di continuare la propria storia immaginativa.
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