In base a queste declinazioni Brenna concretizza su tela visioni che vanno oltre l’apparenza sensibile. Nei suoi lavori, infatti, sono riconoscibili due soggetti: volti umani e paesaggi. Essi però non sono trattati come generi o temi tradizionalmente intesi, nessuna intenzione meramente descrittiva, ma risulta chiaramente evidente il punto di osservazione dell’artista, uno sguardo che indaga oltre la propria vista. Il visibile si mescola all’invisibile ottenendo una trama in cui percezione e introspezione si fondono. Brenna è intervenuto in due sensi: una semplificazione legata al ricordo dei soggetti, che stanno alla base del processo creativo, e il successivo racconto tattile che si manifesta su tela. Idealizzazione e materialità convivono generando immagini che evocano il ricordo e la sensazione. L’osservatore dunque, trovandosi di fronte ai suoi lavori, è portato a ragionare sull’origine dei soggetti: reali o immaginari. È da questa indagine che nasce il fascino di tali opere.
Brenna riesce ad avvicinarsi ad una visione che è al contempo universale ed individuale, cogliendo l’essenza del reale come essenziali e incisi sono i tratti che definiscono i soggetti delle tele. I suoi lavori, in questo senso, sono una rivelazione intima del suo sentire più profondo, un vedere in trasparenza che si svela agli occhi dell’osservatore.
Commenti 0
Inserisci commento