mostra personale di GIUSEPPE ALLETTO
galleria Weber & Weber
Via S. Tommaso, 7 Torino
inaugurazione giovedì 30 Gennaio 2020, ore 18
31 Gennaio – 14 Marzo 2020
https://giuseppeallettoitalianartist.com/
https://www.instagram.com/giuseppe_alletto/
Una mostra di grande attualità quella di Giuseppe Alletto a Torino: nello scenario contemporaneo caratterizzato da una sempre crescente tensione tra le nazioni, al cospetto di quelli che appaiono talvolta gli opposti estremismi della plutocrazia e della teocrazia, la mostra del giovane artista siciliano finisce per affrontare coraggiosamente i nodi cruciali della società all'alba del XXI secolo.
Una mostra che si articola in 10 selezionatissime opere del Corpus articolato e complesso di Giuseppe Alletto.
Dal biancore accecante dell'esplosione atomica allo spazio bianco atto ad una palingenesi che apre nuove dimensioni dell'essere e nuove possibilità rappresentative.
Dalle visioni di funghi atomici come veri e propri Totem dell'annientamento e simboli della pulsione distruttiva insita nell'uomo alla pacificazione in una dimensione post-umana da cui sembrano levarsi suoni misteriosi simili a vagiti primordiali, inni a nuove inusitate albe.
La grande duttilità di Alletto nell'uso di linguaggi diversi alla luce del dominio di differenti tecniche espressive (dalla pittura ad olio alla sperimentazione su materiali quali pannelli fonoassorbenti, acetati e lamiere) diventa dispiegamento multiforme di un’unica Poetica ben definita.
Nella visione del mondo di Giuseppe Alletto, nella sua "weltanschauung" che si articola nell'intero corpus di opere viene scandagliata la componente irrazionale dell'uomo, la sua cecità come perdita, sconvolgimento, immersione in un vero e proprio Buio Bianco.
Le conseguenze di tutto ciò sono il superamento della dimensione wagneriana del "puramente umano" in favore di una rinascita che appare misteriosa e difficile da decifrare.
Alletto annuncia un nuovo tipo di linguaggio che si dispiega in alcune delle opere in mostra a Torino intitolate variamente “Musica del Futuro Perduto” o “Musica del Silenzio”. Esse sono fondate su un originalissimo scarrellamento semiotico tra riferimenti alla scrittura musicale neumatica e propensione alla dimensione tattile cinestesica della fruizione dell'opera nel superamento dei limiti della visione bidimensionale tradizionale.
L’Inno alla rigenerazione raggiunge l'acme in un'installazione nella quale campeggia uno strumento di ostetricia.
La rinascita nietzschiana di qualcosa di oltre-umano è cristallizzata in un'opera estremamente aerea di grande raffinatezza compositiva, dal titolo “Aureola”.
L'elegantissima pulizia formale del cerchio spezzato creato da una corona di diodi diventa emblema della finitezza del percorso storico umano e, al tempo stesso, inno alla rinascita in una dimensione di luce, in uno spazio vuoto e sospeso ancora da dotare di senso: un Buio Bianco.
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