LABORATORI ARTISTICI AL MUSEO MIIT DI TORINO CON IL MAESTRO WILLIAM TODE TRA I CAPOLAVORI DI RENOIR, MANET, CEZANNE...
Workshops , Torino, 15 March 2018
“DIPINGERE SENTIMENTI ED EMOZIONI: LABORATORI ARTISTICI CON IL MAESTRO WILLIAM TODE TRA I CAPOLAVORI DI RENOIR, MANET, CÉZANNE…”
IN OCCASIONE DELLA MOSTRA ‘DA RENOIR A TODE’ – MUSEO MIIT TORINO

Per la serie di incontri “Un giorno al museo LABORATORI: dipingere sentimenti ed emozioni” IL Museo MIIT di Torino ospita i laboratori artistici tenuti dal Maestro William Tode, già direttore del Museo degli Uffizi di Torino e di Casa Vasari, artista internazionale dalle eccezionali esperienze di vita, avendo conosciuto e lavorato fianco a fianco con alcuni dei grandi artisti del ‘900, tra cui Picasso, Braque, Moore, Guttuso e molti altri. Anche compositore e pianista, attore e scenografo, William Tode ha lavorato con Luchino Visconti e Vittorio De Sica, Sophia Loren e Maximillian Shell e nel corso dei laboratori sarà anche piacevole ascoltare le sue avventure legate alle atmosfere parigine del secolo scorso a Hollywood e cinecittà, con un occhio però sempre rivolto all’arte figurativa e pittorica. Nel corso dei primi due giorni di laboratori, William Tode insegnerà i trucchi delle tecniche ad acqua, come l’affresco, l’acrilico, l’acquerello, oltre al pastello a cera, ad olio e al disegno. Nei secondi due giorni si dedicherà all’insegnamento delle tecniche con solventi, come l’olio.

Giorni ed Orari: giovedì 15 e venerdì 16 / sabato 17 e domenica 18 MARZO dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18.
Info e prenotazioni su costi e modalità: 011.8129776 – 334.3135903 – info@italiaarte.it
WILLIAM TODE: UN MAESTRO TRA DUE SECOLI.
William Tode nasce il 10 aprile 1938 e sin da piccolo rivela spiccate doti artistiche. A sei anni è avviato allo studio del disegno e a quattordici anni frequenta per un solo biennio le Belle Arti di Modena, sotto la guida del maestro Luigi Spazzapan.

LA FORMAZIONE ROMANA

Nel 1954, appena trasferitosi a Roma con la sua famiglia, Tode perde la madre che aveva solo quarantadue anni.
L’arte e la scuola consoleranno il suo dolore infinito. In quello stesso anno termina i suoi studi artistici alle Belle Arti, frequentando i corsi di affresco del maestro della Scuola romana Alberto Ziveri. Si ritira dalla scuola per ragioni economiche e, privatamente, da solo, si prepara a sostenere gli esami di stato per il diploma. In pochi mesi prepara il programma di cinque anni, presentando una tesi su Michelangelo architetto. Il suo affresco “Il Trionfo della morte”, riscosse l’ammirazione dei commissari artisti Ziveri, Mafai, Martini, Gentilini, Bartoli e Ferrazzi.

LA GIOVINEZZA ALL’ACCADEMIA FRANCESE DI PARIGI E GLI INCONTRI CON ARTISTI E LETTERATI

Ha inizio, così, la sua avventura decisiva all’Accademia Francese, dove entra a soli diciassette anni. A Parigi il giovane artista conosce Giovanni March e diviene suo amico. Grazie a lui comincia a frequentare la stamperia d’arte ‘Le Mercier Charbonnel’, la più grande d’Europa, dove sperimenta tutte le possibilità delle tecniche grafiche e realizza molte pietre litografiche. Accanto a lui lavorano spesso Georges Braque e Gino Severini. Un giorno, è il 16 gennaio 1956, mentre lavora su una maternità, si presenta nella stamperia il suo amico Giovanni March. Con lui c’è il grande Picasso, che prova simpatia per quel giovane artista e lo invita a fargli visita nel suo atelier. Conosce poi Jean Paul Sartre, Bernard Buffet, Roger Vadim, il maestro della nouvelle vague, e ]uliette Greco, alla quale farà un bel ritratto. Sono di questo periodo i ritratti di Mel Ferrer, Brigitte Bardot, Yves Montand, Simone Signoret, Elsa Martinelli e Annette Strojbergh, con cui si lega con intensa amicizia.

L’AMORE PER IL CINEMA, IL TEATRO, LA MUSICA
Tode è letteralmente rapito dalla seduzione cinematografica ed interpreta alcuni film in ruoli drammatici, lavorando con
Vadim, Vittorio De Sica e Luchino Visconti. Per alcune ‘stagioni’ entra nella Compagnia teatrale di Esmeralda Ruspoli e di Giancarlo Sbragia, come scenografo, costumista e attore, interpretando ruoli del repertorio classico greco, nell’anfiteatro della Quercia del Tasso al Gianicolo a Roma e nel Teatro romano di Ostia antica. Lavora nel film Cleopatra, di cui è uno degli scenografi più importanti, e in Il tormento e l’estasi, il film dedicato a Michelangelo, dove l’artista realizza integralmente, a grandezza degli originali, tutti gli affreschi della Cappella Sistina, in un anno e mezzo di lavoro. Con il film I sequestrati di Altoona di Vittorio De Sica, interpretato da Sophia Loren e Maximillian Shell, William Tode, nel 1966, abbandona definitivamente il mondo dello spettacolo e del cinema, rinunciando ad un contratto che l’avrebbe portato a Los Angeles come scenografo e costumista. William Tode è anche appassionato compositore e musicista.

IL RITORNO AL NEOREALISMO PITTORICO

Tra il 1975 e il 1977 realizza uno dei suoi capolavori, la Fucilazione dei patrioti baschi. Apartire dal 1979 il neorealismo di
William Tode, definito da Giulio Carlo Argan ‘neo romantico estetico e psicologico’, entra in crisi. E l’artista torna a recuperare gli stilemi cubofuturisti, iniziando contemporaneamente le ricerche sulle analogie tra musica e colore. A Mantova cura la mostra celebrativa sul bimillenario di Virgilio, con la collaborazione di Ettore Paratore, Carlo Bo e Giulio Carlo Argan. A quella mostra, inaugurata dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini, Tode invita il grande scultore Henry Moore e tutti i suoi amici del gruppo neorealista: Renato Guttuso, Tono Zancanaro, Augusto Murer, Giacomo Manzù, Ernesto Treccani, Aldo Borgonzoni e Antonio Ruggiero Giorgi.

L’IMPEGNO PER I BENI CULTURALI: LA SCOPERTA DELLE ULTIME LETTERE DI MICHELANGELO

Invitato dal professore Mario Salmi, direttore generale delle Antichità e Belle Arti, a sostituirlo come reggente soprintendente a Casa Vasari, in Arezzo, William Tode, memore dell’amore per Piero della Francesca, accetta e si trasferisce nella città toscana. A Casa Vasari, frugando negli archivi polverosi ove sono conservate le carte e i manoscritti originali di Giorgio Vasari, rinviene in un plico, mai inventariato e studiato da alcuno, le ultime ventisette lettere che Michelangelo scrisse al suo “amico messer Giorgio”, quando stava lavorando alla Pietà Rondanini e le consegna al professor Mario Salmi.

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