Mostre, Milano, 17 April 2014
RosseSegnale 3001/Lab è lieta di presentare il lavoro di Salvo Bonfiglio, nella sua personale FIGUR(in)E. Gioco di parole per evidenziare la doppia valenza del lavoro di Salvo. Le FIGURE che lui cattura sulle tele sono le espressioni del nostro quotidiano (ora più frequentemente parte dell’universo digitale) spesso in forma non poetica, anzi molto terrena; sono gesti, tic, sorrisi, pose fotografiche e quasi innaturali. La poetica del ricordo di Bonfiglio le trasforma però anche in FIGURINE. Veri e propri "oggetti" della memoria, in grado rappresentare la leggerezza e la perturbazione di un passato immaginifico, quello dell'adulto che, con uno sguardo accondiscendente, si proietta in una nostalgia inspiegabile ma necessaria, nell'illusione di tornare ad una etá della meraviglie.
Una infanzia, forse, di fatto, mai stata tale, capace di alterazioni fantastiche come quelle di Santi e "santini" raffigurati con gli occhi bendati, cortocircuito estetico con le odierne rappresentazioni nel web, effetti di un diritto alla privacy "al contrario" di chi invece dovrebbe ambire alla massima riconoscibilità e non all'evanescenza. I ricordi diventano così visioni. Proiezioni di qualcosa di nuovo. Di diverso. Da regressioni riemergono progressioni.
C’è un segno, nella pittura di Salvo, che rimanda al realismo intimo di Badodi o Casorati. E proprio prendendo in prestito una frase dal primo veniamo illuminati sul lavoro di Bonfiglio: “..Ma la realtà dell’artista, che è la natura da lui sognata e quindi espressa, non è altro che ciò che egli rappresenta su una tela: e quindi ciò che egli fa. L’arte diventa così un’ascesa e non un ritorno.”

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