Esiste una certa cultura che ritrae il sentimento ambientalista ed ecologista come espressione di un fanatismo; viene sarcasticamente soprannominato “ecoismo” in ovvia assonanza a egoismo. In parte hanno ragione: l’ecologia e il rispetto per l’ambiente sono proprio forme di egoismo, ossia interesse per la propria incolumità: eco, dal greco òikos, significa casa e la nostra casa è quella sfera di estensione finita chiamata Terra. Colui che della sua casa fa scempio è a dir poco uno sprovveduto.
Sempre più persone hanno già un’alta consapevolezza dei danni che subisce l’ambiente e nel loro animo vorrebbero appassionatamente una società che rispetti la natura ma sembra che ciò non basti; infatti assistiamo a una sempre più frequente e insidiosa distruzione e contaminazione di ogni aspetto dell’ambiente che ci circonda.
La tecnologia avanza a ritmo esponenziale, creando ogni giorno nuovi effetti collaterali a cui la maggior parte delle persone non è preparata o di cui neppure è al corrente: nanoparticelle, biotecnologie, eccetera.
Per i guadagni immediati nessuno si preoccupa degli effetti sull’ambiente nel lungo periodo e ormai neppure di quelli a breve termine; nella migliore delle ipotesi gli accorgimenti per contrastare le ricadute sulla salute hanno bisogno di decenni per essere assimilate dall’informazione pubblica, così diventano obsolete prima ancora di poter sortire effetti. Per difendersi è necessario tenersi ben informati e cogliere i cambiamenti ma soprattutto saper guardare al principio.
Gli artisti possono umilmente offrire alla società la loro perspicacia avanguardista che nasce dalla loro naturale sensibilità e dalla necessaria capacità di osservazione il cui spirito, talvolta eccentrico e poliedrico, può portare a una più ampia visione della realtà.
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Lino
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