SHAMAN SERIES. Personale di Armando Tinnirello, a cura di Giulia Airoldi (20 aprile/20 giugno 2017) Le Trottoir…à la Darsena (Piazza XXIV Maggio, 1)
La mostra presenta una sintesi della ricerca di Armando Tinnirello che prosegue da alcuni decenni con interessanti contaminazioni tra diversi mezzi espressivi. Siciliano d'origine, ma trapiantato dapprima negli Stati Uniti e successivamente a Milano, da sempre l’artista esprime il legame con le proprie radici che affondano in una terra viva, potente e delicata al tempo stesso. La sua indagine si concentra sulle connessioni metamorfiche tra uomo e natura, con l’obiettivo di riappropriarsi della dimensione sacra del creato e di cogliere la cifra simbolica di ogni fenomeno naturale, dalle fragorose forze del sottosuolo all’effimero microcosmo vegetale. Foglie, fiori e rami, proiettati sulle forme generose di una femminilità arcaica, diventano tutt’uno con l’epidermide e ne suggeriscono il profumo, la consistenza, le funzioni vitali, la fertilità. Poiché nel suo corpo è contenuto il germe di ogni manifestazione, la donna diventa agli occhi dell’uomo il primo e fondamentale strumento di conoscenza della realtà fenomenica, l’emblema della tellus mater, come le steatopigie delle epoche preistoriche. “T'amo come la pianta che non fiorisce e reca dentro di sè, nascosta, la luce di quei fiori”, così Pablo Neruda contemplava il corpo della propria donna, fino ad assumerne il mistero. I cicli fotografici portano al presente una memoria antica, ma allo stesso tempo riflettono l’attualità del pensiero scientifico, con i nuovi paradigmi della sperimentazione genetica e dell’ibridazione tecnologica. Attraverso la concertazione di diversi strumenti, infatti, è possibile rappresentare il passaggio dalla forma umana a quella vegetale e immedesimarsi in un processo di trasformazione organica, di cui l’artista è spettatore e artefice allo stesso tempo, riassumendo nella sua figura un duplice approccio: da un lato quello intuitivo e sintetico della magia e dall’altro quello analitico e sperimentale della scienza. Nelle recenti Shaman Series, l’indagine fotografica si spinge verso l’identificazione di un volto ripulito da ogni connotazione di genere e di epoca, una maschera decontestualizzata che purtuttavia restituisce la portata intima della partecipazione al mondo naturale. Gli inconsueti copricapo vegetali sono magici stratagemmi che permettono allo sciamano di riconnettersi al regno degli animali, dei venti e delle foreste, a una dimensione assoluta da cui è possibile cogliere la quintessenza di ogni stagione, con il suo contributo di forme e colori, e presentire il suo trascorrere verso la successiva.
Giulia Airoldi
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