“Norma Picciotto è nota per essere stata tra gli anni ‘70 e ’90 una delle protagoniste del fotogiornalismo d’inchiesta.
Per trent’anni, dalla fondazione nel 1973 dell’Agenzia De Bellis, ha raccontato i più salienti eventi di cronaca. Dal 2000,anno di chiusura dell’agenzia, comincia una fase nuova nella vita e nell’opera dell’artista e la fotogiornalista di un tempo
sceglie di ripiegare su una dimensione più intima, privata. Sono le radici ora a interessarla. Quelle radici ebraiche, sefardite,di cui è figlia e che premono per essere immortalate in uno scatto , un pensiero,un’immagine. Come se, giunta alla maturità, dopo anni spesi a raccontare la grande Storia, d’un tratto sentisse il bisogno di ristabilire un dialogo, un equilibrio, con se stessa prima che con gli altri. Ed ecco allora il flusso della memoria. Sospesi in una bolla di sapone i simboli del passato, le tracce della sapienza veterotestamentaria irrompono improvvisi, riempiono di se il presente.
Nel silenzio del deserto, rifulgono i manoscritti di Qumran (Una casa per il libro). Tra le rovine della fortezza di Masada, prende forma la moderna città di Tel Aviv e il suo museo di arte moderna (Masada non cadrà una seconda volta). Tra gli ulivi e i
cipressi di Gerusalemme fanno eco i rabbini (Tradizione). La tomba di Abramo si staglia nel cielo notturno (Patriarchi).
Ma dall’altro lato, è la vita tutta che torna a scorrerle innanzi. Nel tentativo di ricostruire il filo interrotto con il passato, l’autrice recupera le foto dagli album famigliari, i ritagli di se adolescente e li fonde ,attraverso l’uso del montaggio digitale,con le immagini del presente: il muro scrostato, le palizzate di periferia,piuttosto che il mare o il cielo.
Nascono così cicli d’ineffabile bellezza :L’enigma e Radici, dove l’anima della Picciotto si svela compiutamente, fluendo libera nella sua bolla magica. Il risultato è un collage poetico di eccezionale forza espressiva. Sospeso tra passato e presente realtà e desiderio, queste fotografie vibrano in una dimensione altra, eterea, impalpabile. Non è facile raccontare lo scorrere del tempo con il solo mezzo fotografico. La Picciotto ci è riuscita.Schiudendo le porte alla memoria, ella trasforma il dettaglio in simbolo,l’istante in archetipo,il presente in mito,da ascoltare e assaporare piano, come si fa per le fiabe udite nell’infanzia
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