Costruire lo spazio di un palcoscenico avvalendosi dell’immaginazione. Così l’artista inaugura il proprio percorso di ricerca, lavorando in teatro come scenografo e costumista. La quinta teatrale lo introduce alla tela, nuovo campo di speculazione artistica, indagato in profondità da Distefano grazie a un infaticabile gioco di “caccia alle forme”. Il cartamodello – omaggio alla nonna e alla madre, sarte – si veste da supporto delle sue opere, in un paziente lavoro di tessitura spaziale, nel quale l’artista cerca, “stana”, e dunque smaschera le proprie forme, così traducendole in geometrie e paesaggi rivelati.
Costruire lo spazio di un palcoscenico avvalendosi dell’immaginazione. Così l’artista inaugura il proprio percorso di ricerca, lavorando in teatro come scenografo e costumista. La quinta teatrale lo introduce alla tela, nuovo campo di speculazione artistica, indagato in profondità da Distefano grazie a un infaticabile gioco di “caccia alle forme”. Il cartamodello – omaggio alla nonna e alla madre, sarte – si veste da supporto delle sue opere, in un paziente lavoro di tessitura spaziale, nel quale l’artista cerca, “stana”, e dunque smaschera le proprie forme, così traducendole in geometrie e paesaggi rivelati.
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