L’opera, Percorsi di Energia, è sviluppata su due registri, quello superiore è un mondo in fiamme dato per analogia attraverso un bosco che si concretizza nella sua materia propria, il legno; quello inferiore è la corruttibilità della città contemporanea che degrada verso un consumo sempre crescente che la corrode interamente mostrandone l’osso, fin dentro le mura dei palazzi, oltre il rivestimento esterno del cemento, l’anima in ferro ormai sciolta.
A fare collante tra i due registri è una fiammata d’acqua, che come un’energia vitale prende la forma d’un corpo, come un’epifania istantanea, che vigile controlla e preserva l’habitat urbano.
Problema reale dell’attualità è la mancanza di eroi, di esempi concreti, di uomini e donne che sacrificano parte della loro individualità, quotidianamente, anche nell’anonimato, e porgono un dono: il loro corpo.
Chissà se a ciò non può che giovare per analogia simbolica la figura del vigile del fuoco, colui che combatte contro gli errori dell’uomo.
… Il sacrificio di oltre duemila pompieri per le torri gemelle di New York; la messa in sicurezza della città dell’Aquila; la catastrofe di Messina…
“Il pompiere” è presente negli eventi tragici ed è il simbolo più netto della reazione al tragico. Una reazione concreta, tangibile, il corpo proprio del pompiere che si frappone come scudo per altri corpi, il senso del dovere, il principio di un valore sovraindividuale: la protezione della collettività.
Il corpo apre una problematica importante nella condizione odierna: ripristinare un'inter-attività positiva, opposta a quella virtuale che mira sostanzialmente a provocare un'inerzia della società e l'astrazione stessa dei rapporti.
Dunque più l'economia astrae la nostra condizione di umano de-umanizzandoci, più bisogna innalzare il valore del corpo
re-umanizzandoci.
L’arte si sa, non segue un percorso logico-verbale, essa ha un linguaggio proprio, ha questa capacità di semplificare il mondo, di rendere dei concetti in modo sintetico e simbolico. Ecco nel caso in questione, l’opera Percorsi di Energia, di Antonella Pagnotta, accentua l’importanza di un eroe, sviluppandolo attraverso un’iconologia rinnovata che non presta certo il fianco ad una celebrazione limitantesi alla finzione pubblicitaria, speculativamente fine a se stessa; ma è esattamente la celebrazione, attraverso ciò che il vigile del fuoco significa come lavoro, di un corpo che si dis-pone alla società.
Nella consistenza acquea della carne si cela l’intento moralizzante dell’azione della Pagnotta, il confine tra corpo umano e il mondo in senso più ampio è incerto e fluttuante e spesso, quindi, difficilmente individuabile. Non lo si può semplicemente associare alla barriera fisica della pelle, perché questo significherebbe non tener conto né della sfera psicologica che si estende oltre i puri e semplici confini del corpo, né dei rapporti reciproci tra il sé e il contesto.
Il corpo acqueo è un corpo che si dona, si apre oltre se stesso allo spazio esterno, agli altri corpi e per analogia è un atto di ribellione nei confronti della società presente, in cui l’ideale del guadagno e dell’ottimizzazione dei profitti si trova in cima alla scala dei valori. Il nostro immaginario è talmente condizionato dall’ideologia del mercato, che ci sembra impossibile uscire dagli schemi dominanti. Invece proprio dal versante immaginativo, quello dell’arte, Pagnotta compie un’azione significante non tanto nella creazione di suddetta opera, ma nell’atto di donarla.
Il dono diventa in questo caso promotore di relazioni. Questo paradigma non propone solo il dono come elemento fondante della società primaria, ma costringe a spostare in avanti il livello di lettura del “valore” di beni e servizi.
Nell’economia classica, con un approccio condiviso anche da Marx, si sostiene che beni e servizi da un lato hanno un valore determinato dai bisogni che riescono a soddisfare (valore d’uso), dall’altro valgono in base alla quantità di denaro o di altri beni e servizi che riescono ad acquistare (valore di scambio). Se accettiamo la terza via proposta dalla Pagnotta, allora dobbiamo aggiungere che esiste un altro tipo di valore, quello legato alla capacità che beni e servizi, se donati, hanno il potere di creare e riprodurre relazioni sociali: un valore di legame, in quanto con tale approccio, il legame diventa più importante del bene stesso.
Il dono è la vera ricerca artistica di Antonella che ha dismesso il limite epidermico della propria individualità diventando CorpoComune.
CorpoComune è una risposta reale alla società liquida in cui siamo immersi: finché c’è un corpo c’è un’alba (Nancy)
Marcello Francolini Critico d’arte
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