È una forma di pensiero diversa da quello razionale.
Un viaggio compiuto dentro l’inconscio non nell’ottica complessa della psicoanalisi, che
sviluppa il proprio senso attraverso l’indagine e l’espressione delle ombre, ma nel suo
opposto.
È luce che diviene emozione e di emozione si nutre.
Una proiezione fantastica che tende a dilatarsi e ad espandersi da dentro a fuori, alla ricerca
di una dimensione che sappia esprimerla in tutte le sfumature della sua intensità.
Le emozioni sono impronte di luce che prendono forma e perfezionano il mio percorso
realizzando un sogno. La necessità è quella di fermarle, di renderle visibili e intellegibili
come immagini, fissandole in un tempo e in uno spazio che prima di delimitarle ne liberi la
suggestione e ne trasferisca, profondamente, spessore e densità.
Le mie opere sono impressioni sensibili che tracciano forme, si intersecano e si strutturano
idealmente, proprio come i filamenti di fibra nella rete trattengono e tratteggiano gli infiniti
riflessi del sogno.
Il proiettore rappresenta, dunque, la metafora del cervello come fonte inesauribile di
sensazioni mentre la fibra ottica diviene il connettore di trasporto, la voce silenziosa degli
impulsi emotivi incarnati dal vetro, che più di ogni altra materia è capace di suggerirne
concretamente, anche la dimensione impalpabile di colori e trasparenze.
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