Orari: mar-ven 15.30/19.00 – sab-dom 9.30/13.00 – 15.30/19.00
Artisti in mostra:
Silvia Berton, Alessandro Bevilacqua, Alvise Bittente, Elisa Bortolussi, Calzavara+Vettorello, Alessia Cargnelli, Lia Cecchin, Andrea Contin, Stefano De Longhi, Alice Di Lauro, Enkelejd Doja, Barbara Fragogna, Sandra Hauser, Daniela Manzolli, Arianna Marcolini, Paolo Melasi, Sara Mognol, Francesco Nordio, Benedetta Panisson, Samuele Papiro, Anna Ramasco, Mauro Semenzato, Lucio Serpani, Nicole Voltan.
Il movimento di espansione e contrazione descrive un'attitudine propria del corpo vivo, un suo elemento funzionale che ne contraddistingue lo stato di benessere lì dove tale attitudine non venga interrotta, ingabbiata, scomposta, frammentata.
Seguendo la linea di espansione che dal centro individuale porta verso l'esterno, si incontra il mondo che circonda l'umano, dall'infinitamente piccolo dello spazio limitrofo all'infinitamente grande del cosmo. Un movimento costante che si spinge verso un fuori e che rimbalza, subito dopo, verso un dentro.
La mostra “espansione/contrazione” nasce da un percorso che è stato proposto agli artisti nel luglio 2013. Da un lato un orizzonte di senso creato dal Prof. Tarca, sul superamento di un superamento, sulla problematizzazione di quella ricomposizione tra corpo e mente che ha caratterizzato gran parte del pensiero filosofico del '900 con la messa al bando di Cartesio, per una visione più laica della differenziazione e non assolutizzazione della verità del corpo. Dall'altro lato, due giorni di laboratori esperienziali durante i quali gli artisti si sono accostati, anche attraverso l'esperienza fisica vera e propria condotta da Paolo Maccagno, al pensiero di Alexander Lowen, fondatore dell'analisi bioenergetica, pratica volta alla cura dei blocchi psichici attraverso un approccio diretto alla risoluzione degli scompensi fisici. Del pensiero di Lowen si sono affrontati in particolare il concetto di grounding, o legame alla terra, la relazione tra elementi emotivi e posture fisiche, il corpo come portatore di identità, la relazione fisica con ciò che costituisce il nostro orizzonte di senso, oggi ampliato dall'incorporazione di tutto quello che fa parte del nostro immaginario, compreso ciò che percepiamo “virtualmente” ma che si innesta nel nostro stesso modo di portare il movimento nel mondo.
Abbiamo cercato un avvicinamento a quello che potrebbe dirsi un corpo contemporaneo, definito più dalla relazione e dalla consapevolezza dei legami presenti tra connessioni neuronali, stimoli percettivi e messa in discussione della realtà sensibile del corpo, più che sua sfrenata liberazione e estremizzazione. L'approccio al corpo, che poi si dipanerà nel complesso militare di Forte Carpenedo, che si è in qualche modo innestato nel lavoro degli artisti fin da subito, è sottile, poche volte esibito, attento sia all'idea biografica sia a quella percettiva, alla relazione che travalica il limite fisico per spostare l'attenzione sulla percezione del dentro e del fuori, dell'universo degli organi così come del mondo percepito in cui siamo a nostra volta immersi.
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