donne e lupi
Mostre, Nuoro, 17 December 2011
DONNE E LUPI FRANCESCO SPATARA

Dal punto di vista estetico la pittura di Francesco Spatara è interessata alla forma e al colore come mezzo di espressione delle emozioni umane. L’artista dipinge corpi di donne spogliate della loro sensualità gioiosa e racconta nudità sofferte, celate, terribili e umane nel rivelare il tratto dell’eros che passa da linee purpuree a cobalti metallici.
Donne e lupi è un filone che narra il confine. Quella sottile striscia che appare e scompare tra ciò che si vede e ciò che si intuisce e vive nascosto. Un aspetto della luce e dell’ombra sia in termini cromatici che simbolici. Il lupo contiene il fascino, il mistero e in molte culture viene associato al buio, al passaggio, identificato come custode dei defunti, in natura vive solo e in branco e quando si accoppia è fedele, rappresenta l’ardore, il coraggio, il guerriero. Per l’artista Spatara appaiono alcuni di questi elementi e nel tratto emerge l’interesse per la trasformazione, una sorta di uomo-lupo e di donna-lupo. La trasfigurazione umana che diviene animale e bestiale, atavica, per poi tornare quieta.
Nelle sue figure, nei corpi e nell’uso graffiante del colore riecheggia l’insegnamento storico del movimento francese dei fauves e quello tedesco della Brucke.
I riferimenti quasi didascalici alla pittura impressionista di Derain e a quella espressionista di Kirchner, ripropongono l’osservazione attraverso un interesse psicologico differente. Da una parte si ispira a Derain: carica la sensazione visiva di una forte emozione, ricorre alla violenza del segno, alla descrizione e i contrasti simultanei tessono il progetto pittorico, l’interesse psicologico estende i registri cromatici oltre le possibilità visive.
Dall’altra a Kirchner: destruttura il colore e la grafica per ottenere un effetto privo di equilibrio, per creare fastidio in chi guarda. Si tratta di pittura contratta realizzata con l’appiattimento e lo schematismo dell’immagine. In Francesco Spatara sopravvive il ricordo espressionista dei maestri: scopre l’emozione cromatica attraverso il colore denso dei rossi e dei blu, sprofonda in grovigli e macchie per creare vagine inespresse, bocche contorte, corpi che urlano dolori acuti e solitudini soffocate.
La sensazione fisica e visiva viene relativizzata da una rassegnazione silenziosa, leggermente nostalgica. Una tristezza segnata, un dolore soffocato, un desiderio nascosto, una passione negata, riempiono le immagini grandi e malinconiche di donne, mute, incapaci di dare voce ai corpi che si mostrano come quinte da guardare.
Le tele di Francesco Spatara raffigurano immagini che sono fatte per narrare storie nascoste di ordinaria quotidianità, per scoprire il valore di un segno con gli occhi stupiti dell’osservatore che transita.

Bianca Laura Petretto

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