Lo spettatore si appropria dello spazio attraverso un' esperienza, produce immagini e suoni con il movimento del corpo, entra nell'architettura dell'opera fino a diventarne struttura portante e connettore dinamico.
Complementi ed elettronica trasformano la galleria in un ambiente abitabile ed eterogeneo, luogo di scambio cognitivo che amalgama oggetti tridimensionali e presenza tecnologica, così da inventare uno “spazio dentro lo spazio” e sottolineare la natura empatica di Emmeotto.
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