Due_una collezione effimera
Mostre, Vicenza, 01 October 2017
domenica 1 ottobre 2016 dalle 10.00 alle 20.00
con Alepop, Annalisa Beghelli, Grata Bisandola, Marco Dal Maso,
Fabio Ferrando, Anna Fietta, Enrico Minato, Leonardo Onetti Muda, Claudio Rigon, Paolo Savegnago, Pietro Scarso, Elsa Zaupa. Di Daniele Monarca.
Incipit
via Ponti di Debba, 5A Vicenza
ingresso libero
collezioneeffimera.wordpress.com

Domenica 1 ottobre lo spazio Incipit apre le proprie porte per la mostra “Due. Una
collezione effimera”. Una mostra che, come annuncia il titolo, è davvero effimera e sarà
visibile soltanto domenica dalle ore 10.00 alle 20.00. Incipit è l’atelier di quattro artisti,
Bruno Lucca, Andrea Garzotto, Manuel Baldini e Daniele Monarca. Quest’ultimo
nell’aprile dello scorso anno ha, con la complicità degli amici, allestito una mostra nel
luogo in cui normalmente lavora: un evento effimero a cui hanno partecipato 20 tra artiste e artisti e che è stato visitato da centinaia di persone. Un bel riscontro insomma, che Incipit cerca di replicare anche quest’anno con le modalità già sperimentate ma con delle differenze rilevanti. Gli artisti invitati sono dodici e cioè, Alepop, Annalisa Beghelli,
Greta Bisandola, Marco Dal Maso, Fabio Ferrando, Anna Fietta, Enrico Minato,
Leonardo Onetti Muda, Claudio Rigon, Paolo Savegnago, Pietro Scarso, Elsa Zaupa.
Dodici presenze molto diverse per proposta artistica – si va dalla pittura alla fotografia,
passando per l’illustrazione e la poesia visiva – e per età, formazione, provenienza. Un
insieme eterogeneo di persone che non ha nulla in comune. Ma a questo punto entra in
gioco il modo con cui sono esposte le opere. Lo studio, ricavato nel ex Cotorossi di
Debba, è punteggiato da otto colonne in ghisa. Tra sei di queste sono state tessute tre
pareti con della pellicola di plastica estendibile. Pareti trasparenti, leggere, luminose,
fragili. Tra le due facce di ogni parete c’è un’intercapedine definita dal fusto della
colonna.
Le pareti sono state forate con filo di ferro, una volta trapassate il filo è stato chiuso con
dei piccoli uncini. A questi sono stati appesi i quadri. Ogni filo sostiene così due quadri,
uno per ogni faccia delle pareti di plastica. Si sono creati una simmetria e un equilibrio: a
ogni quadro ne corrisponde un altro e, entrambi, possono rimanere appesi solo grazie al
contrappeso dell’altro. Questi quadri non hanno niente in comune, non si guardano, non si toccano neppure, ma la loro sorte, la loro “visibilità” è intimamente connessa all’esistenza dell’altro. La mostra si gioca tutto su questo fragile rapporto: dodici persone, dodici artisti che non si conoscono si trovano a dover condividere ma non a contendersi uno spazio e devono, per poter mostrare il proprio quadro farsi carico del “peso” del quadro di un altro artista. Ogni artista per essere visibile singolarmente deve essere Due.
Incipit, via ponti di Debba, 5 a Vicenza

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